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Ferzan Ozpetek (foto Ghilardi)

Mara Venier bussa sul vetro del televisore, invita lo spettatore in Ufficio Postale per l’offerta Poste Energia e riduce le distanze tra media e cittadino, portando la proposta commerciale direttamente nelle case dei cittadini italiani. C’è la firma di Ferzan Ozpetek dietro gli spot che hanno conquistato il palinsesto delle nostre tv e gli schermi dei nostri smartphone. Un autore d’eccezione, forse uno tra i più raffinati registi contemporanei, in grado di coniugare estetica e significato. Che ha dimostrato (come sempre ha fatto) di riuscire nell’intento anche quando la tematica è più “pop”, come nel caso di Poste Energia. Non è la prima volta per Ozpetek con Poste Italiane, ed è lui stesso a raccontarlo in questa intervista a Postenews.

Ozpetek, dal suo punto di vista, che esperienza è stata girare gli spot di Poste Energia?

«Oltre venti anni fa ho girato molti spot di Poste Italiane. Uno di quelli rimase nell’immaginario collettivo, con la battuta delle Pleiadi che era diventata famosa (nello spot di BancoPosta un ragazzo fantasticava di andarci come se fossero isole e non stelle, ndr). Ricordo che prendemmo un cortile e un quartiere come set e girammo tantissime pubblicità. Poi negli anni ho fatto molti film, mi sono un po’ allontanato dagli spot. Pochi mesi fa è tornata Poste Italiane, e stavolta insieme a Mara Venier, che è una delle amiche più importanti della mia vita. Quindi ho accettato volentieri: le Poste sono una istituzione fondamentale nella vita di ognuno, non sono un marchio pubblicitario. Devo ammettere che questi spot un po’ mi agitavano: ci tenevo a fare molto bene, sia per Poste che per Mara. Il risultato è molto soddisfacente e ho ricevuto anche molti messaggi di complimenti».

I clienti di Poste Energia che abbiamo intervistato negli uffici postali sono stati attirati dallo spot con Mara Venier. Perché funziona tanto l’immagine della “zia Mara” all’ufficio postale?

«Le Poste Italiane sono state molto brave a scegliere Mara. Lei è sincera, molto vicina alle persone, al popolo, alla gente. Così ho cercato nello spot di avvicinare più possibile Zia Mara ai cittadini, facendole avere un contatto con loro. Con idee divertenti, come quando lei batte sul vetro: mi piace molto questa trovata, diventa un momento di confidenza con il pubblico molto efficace. Poi, qualsiasi cosa Mara faccia è così vera, sincera e naturale. Ci siamo divertiti tanto».

Noi di Poste Italiane ricordiamo bene il fortunato precedente del suo spot girato con Flavio Insinna per BancoPosta. Com’è mutato, in generale, il linguaggio degli spot di allora e come, a suo modo di vedere, sono cambiate le esigenze comunicative di Poste Italiane?

«Sono due situazioni molto diverse. Negli spot di BancoPosta i personaggi erano sconosciuti, contavano molto le storie. Qui in primo piano c’è Mara, il volto più noto. Al tempo inventavamo delle storie giorno per giorno, era un tipo di comunicazione diversa, ebbe un enorme successo. Nel caso di Poste Energia, sentivo una grande responsabilità: volevo che Mara, persona a me vicina e cara, risultasse bella e sincera come è davvero nella vita. Ho avuto un po’ di tensione addosso in quel senso, non volevo fare una figura sbagliata con Mara e con le Poste. Per fortuna tutto è andato al meglio».

Qual è il suo rapporto con Poste Italiane?

«Prima era più intenso, frequentavo l’ufficio postale per le esigenze quotidiane. Ora per varie ragioni è più diradato. Però ho ancora un conto alle Poste. Poste non è qualcosa di lontano e commerciale, ma è molto vicino alle persone. Con la tecnologia poi è arrivata anche la comodità. E mi sembra che il personale, da recenti esperienze, sia più relazionale dovendo gestire meno il flusso che anni fa si creava, quando non c’era la possibilità di prendere appuntamenti in ufficio postale».

 Scrive ancora delle lettere con carta e penna?

«Due volte l’anno, con un’amica che abita a Londra e, a Pasqua e a Natale, mi manda cartoline bellissime alle quali rispondo sempre. Nel mio ultimo libro, “Come un respiro”, ci sono diverse lettere. Tanto che alla sua uscita in Turchia venne inviato ai critici con una scatola speciale che conteneva una lettera vera e propria di presentazione, con tanto di francobollo e sigillo. In molti furono contenti di riceverla, è un gesto affascinante che purtroppo si è un po’ perso».

Ferzan, quali sono i suoi impegni artistici in questo momento?

«Ho finito di girare un film, una produzione italoamericana, e sono molto soddisfatto. Sto completando il montaggio, e nel frattempo sto scrivendo il mio quarto romanzo. Non sto mai fermo, anche a teatro, con il mio spettacolo stand up “Ferzaneide”, che va in giro e fa sold out ovunque. E lo stesso succede con “Mine vaganti”, che è sempre tutto esaurito. È un periodo felice e pieno di idee e di iniziative».
(Marcello Lardo)

Qui sopra, lo spot di Poste Energia diretto da Ferzan Ozpetek.