Ha aperto i battenti ieri, 3 marzo, al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa di Poste Italiane (Poste centrali, via Vittorio Veneto), la mostra documentaria “Sfizi.Di.Posta. La storia attraverso la posta, la posta attraverso la storia”. L’esposizione, curata dal filatelista Marco Occhipinti, ideatore e animatore di “Sfizi.Di.Posta”, spazio sul web e su Facebook nel quale racconta storie che si nascondono dietro a lettere, telegrammi, annulli, cartoline, francobolli e altri documenti postali.
Un percorso in 13 bacheche
Attraverso un percorso composto da 13 bacheche che raccolgono ben 156 schede, l’esposizione ospitata nel Museo Postale di Trieste porta alla luce una sessantina di storie ambientate nell’arco temporale che va dall’Ottocento fino al secondo dopoguerra rifacendosi allo spirito che anima il blog di Occhipinti, in cui dal 2018, ogni lunedì mattina, viene pubblicato uno “sfizio”, ossia un contributo caratterizzato da storie curiose, aneddoti su persone note o anonime, che prende il via dal ritrovamento di un documento postale: lettera, cartolina, telegramma, francobollo, annullo.
Cultura della filatelia
“L’obiettivo di ‘Sfizi.Di.Posta’ – spiega Occhipinti – è diffondere la cultura della filatelia e della storia postale, riportando alla luce vicende del passato che altrimenti finirebbero nell’oblio o celebrando determinati eventi, commemorandone altri, rendendo merito e onore ai protagonisti degli ‘sfizi’ per preservare e tramandare la memoria di fatti e persone filtrata attraverso la lente del documento postale che così diventa davvero protagonista della storia”.
Le testimonianze di Trieste
Nella lunga carrellata di “Sfizi.Di.Posta” si potranno quindi “leggere” attraverso i reperti postali alcune testimonianze che riguardano il territorio di Trieste; le vicende della saga familiare dei fratelli Florio, Ignazio e Vincenzo; di Donna Costanza Garibaldi, nuora dell’eroe dei due mondi, alla quale è indirizzata una raccomandata inviata nel 1924 da Beatrice Salvi, direttrice dell’Ospedale Giuseppe Garibaldi de La Maddalena; le tristissime testimonianze degli ebrei rinchiusi nel campo di concentramento di Mauthausen e delle vittime sfollate dell’alluvione del Polesine. L’esposizione sarà visitabile fino a venerdì 31 marzo, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 13, su appuntamento (0406764264).