All’ufficio Postale di Milano 3 lavora la sportellista Cristiana, 32 anni a breve, italiana nata da genitori egiziani, che “risolve i problemi di mediamente 40 persone al giorno”, molte donne arabe, grazie alla sua conoscenza della lingua araba. A raccontare la storia di questa sportellista, ed il suo impegno quotidiano nell’ufficio postale multietnico, è l’edizione milanese di Repubblica.
L’apporto della sportellista di lingua araba
Dopo dieci anni passati a fare l’interprete tra Milano, Monza, Cinisello e Sesto San Giovanni Monza, Shahata è entrata nell’ufficio grazie alla risposta ad un annuncio online “Ero assunta dalla cooperativa Mosaico ma con un contratto occasionale, non lavoravo tutti i giorni e avevo bisogno di stabilità”, racconta a Repubblica. “Da quando è arrivata lei è cambiato tutto – spiega Anna Monforte, la direttrice dell’ufficio postale che è diventato un ufficio postale etnico -. Cercavamo un operatore addetto allo sportello che conoscesse la lingua araba perché qui abbiamo una clientela araba per il 65 per cento. Sono specialmente donne che vengono per richiedere una carta acquisti per i bambini, per aprire un conto, per attivare una Postepay e per fare richiesta di rinnovo di permesso di soggiorno, e il problema era assisterli. Era difficile gestirli e volevamo dare un servizio migliore. Ora da quando è arrivata lei è cambiato tutto e le persone arabe sono contente perché si sentono prese in considerazione”. Anche i clienti, spiega sempre Cristina, sono molto felici della sua presenza: “Mi riconoscono anche per strada e ricevo molti complimenti”
L’aiuto per la comunità e le donne arabe
Il quotidiano racconta come “Cristiana Shahata ha studiato al liceo scientifico e poi lingue all’Università Cattolica, dove si è laureata in lingue e letterature straniere per le relazioni internazionali nel 2014”. “Parlo egiziano e italiano perfettamente – aggiunge la dipendente di Poste -, con le persone arabe parlo l’arabo classico che è quello universale, quello più parlato dalle persone che hanno studiato e conoscono il Corano, mentre con gli egiziani parlo il dialetto perché capiscono più quello che l’arabo classico. “Quando arrivano chiedendo il rinnovo del permesso, se non hanno il permesso o il passaporto con loro li rimando a casa e gli chiedo di ritornare – spiega -. Alle donne consiglio di sforzarsi di imparare l’italiano, ripeto sempre che è necessario imparare la lingua italiana visto che vivono qui. Spero di portare avanti questo lavoro per sempre, sono contenta di essere qui”.
Gli uffici multietnici di Milano
“All’ufficio postale di via Gamboloita – aggiunge l’articolo – si può fare richiesta per parlare con un impiegato arabo prendendo il numero che assegna il proprio turno dalla colonnina automatica. Poste Italiane ha predisposto a Milano lo stesso servizio per stranieri, chiamato ufficio postale multietnico, anche in via Lomazzo, nel cuore di Chinatown, dove c’è una operatrice che parla cinese, e in via Cappellini, vicino alla stazione Centrale, dove c’è una consulente che parla arabo, come in un ufficio di Sesto San Giovanni e in un altro ufficio postale a Pioltello”.
Qui sopra, il servizio del Tg Poste.
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