In Italia quasi una donna su 5 (con precisione il 18%), d’età compresa tra i 18 e i 49 anni, non torna a lavorare dopo la nascita di un figlio. Un dato preoccupante, che sottolinea la difficoltà nel conciliare vita familiare e lavorativa, quello presente nel “Rapporto Plus 2022 comprendere la complessità del lavoro” che raccoglie i risultati dell’indagine Inapp-Plus. Fa differenza invece Poste Italiane, dove è da tempo attivo un servizio, dal nome di “Mums at work”, pensato proprio per contrastare questo fenomeno e favorire il ritorno sui luoghi di lavoro delle neomamme.
Lo scopo di “Mums at work”
Mums at work, in linea con le politiche inclusive aziendali e la policy di sostegno della genitorialità attiva, si pone l’obiettivo di facilitare il rientro delle donne dopo il periodo di assenza per maternità, supportandole nella ricerca di un equilibrio fra il nuovo ruolo di madri e quello di lavoratrici. Il progetto mette inoltre a disposizione anche un percorso di coaching, dedicato per facilitare il ritorno a lavoro. Le madri sono supportate per circa quattro mesi da coach interni all’azienda che aiutano le dipendenti a rimettere a fuoco i propri obiettivi personali e professionali e a conciliare le nuove esigenze familiari e il ritorno alle proprie mansioni in azienda. L’iniziativa, la cui partecipazione è su base volontaria, è attiva da dicembre e sta coinvolgendo un campione di neomamme.
Le madri di Poste
Al TG Poste hanno raccontato la loro esperienza anche alcune neomamme di Poste, come Diana, della divisione Digital, Technology & Operations, che ha spiegato come al suo ritorno “la mia paura più grande era essere in grado di riuscire a bilanciare il mio nuovo ruolo di mamma con il mio ruolo di lavoratrice”. Grazie al progetto Mums at Work, però, “e grazie al sostegno, al supporto e all’aiuto della mia coach Monica, è stato tutto molto più semplice, perché mi ha permesso di trovare quello che per me è il giusto equilibrio tra l’essere mamma e l’essere una buona lavoratrice”.
Gli strumenti per il rientro
Rosaria, che lavora invece per Bancoposta, spiega che “il supporto offerto dal progetto consisteva fondamentalmente nella ridefinizione del metodo di lavoro e devo dire che mi è stato di grande utilità”. “ Con la mia coach – aggiunge – ho instaurato un rapporto di estrema fiducia che mi ha permesso di raggiungere gli obiettivi che abbiamo definito all’inizio del percorso”. “ Non mi sento di dire che il mio approccio al lavoro sia cambiato – sostiene invece Cecilia Ciminelli, di Posta, Comunicazione e Logistica – sebbene mi trovi a dover gestire una maggior complessità. È proprio in quest’ottica che il progetto Mums at work mi sta dando un grande supporto, in quanto mi sta aiutando ad avere una maggiore consapevolezza del mio ruolo aziendale, del contesto organizzativo e degli strumenti che ho a disposizione per raggiungere i miei obiettivi”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste
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