Ha 94 anni e li porta benissimo, tanto più dopo l’accurato restauro che ha interessato la facciata. Si sta parlando del Palazzo delle Poste di Cremona, recentemente restituito al suo antico splendore grazie al progetto Cento Facciate di Poste Italiane e protagonista di un articolo pubblicato sul quotidiano La Provincia. La conclusione del restauro è stata anche l’occasione per ospitare il convegno “Il Palazzo per le Poste e Telegrafi nella città di Cremona. Materia, tempo, conservazione”.
Il convegno di Cremona
L’articolo racconta un pomeriggio di studio e confronto “nato sui ponteggi, durante il restauro”, come ha osservato l’architetta Laura Balboni, funzionaria della Soprintendenza che ha ripercorso le vicende progettuali e costruttive della fabbrica attraverso il confronto tra inediti dati archivistici e l’edificio oggetto dei recenti lavori. Con Rosaria Maria Raciti, direttrice della filiale di Cremona, a fare gli onori di casa, per Poste Italiane sono intervenuti Giovanni Accusani, Responsabile Macro Area Nord Ovest Mercati Privati, Federico Sichel, Responsabile relazioni istituzionali Nord-Ovest e Ivan Antonio Russo, Project Manager 100 facciate Cremona Immobiliare Lombardia, sottolineando come anche il recupero di palazzi di grande valore storico-architettonico testimoni la vicinanza di Poste Italiane ai cittadini. Il sindaco Gianluca Galimberti, con fascia tricolore a sottolineare il legame tra la città e Poste Italiane, esalta l’importanza della bellezza ritrovata e la sua fruibilità.
La storia del palazzo di Cremona
Inaugurato nel 1929, progettato qualche anno prima dall’architetto Roberto Narducci dell’Ufficio V per l’Edilizia Statale – Reparto Edilizia Ferroviaria del Ministero delle Comunicazioni, il palazzo avrebbe dovuto occupare un lato di piazza Littoria, che poi non venne realizzata. A inserire il Palazzo – e di conseguenza l’attuale restauro – nel contesto storico e architettonico dell’epoca è la lezione di Amedeo Bellini, professore emerito del Politecnico di Milano, già ordinario di restauro architettonico presso il medesimo ateneo. Ma la storia del Palazzo è anche la storia di chi lo ha fatto. Ne parlano Balboni e Giuseppe Landi, architetto, docente associato di restauro. La “fabbrica” racconta di artigiani e maestranze capaci di eseguire i lavori, di una manodopera competente, formata nelle aule dell’Ala Ponzone. E racconta di materiali di qualità, che hanno permesso al Palazzo di vivere sostanzialmente bene il suo quasi secolo di vita.
Qui sopra, il servizio del Tg Poste.