Marco Occhipinti da qualche tempo gestisce Sfizi.Di.Posta, un blog seguito da oltre dodicimila lettori che racconta le storie nascoste dietro a lettere, cartoline, documenti postali e francobolli. A partire da questa singolare forma di narrazione storico- filatelica, la responsabile del Museo postale e telegrafico della Mitteleuropa di Trieste, Chiara Simon, ha allestito al museo una mostra dal titolo “Sfizi.Di.Posta. La storia attraverso la posta, la posta attraverso la storia”, che espone una parte degli “sfizi” raccolti da Occhipinti, aperta fino a venerdì 31 marzo.
La passione per la corrispondenza
“Cerco e raccolgo da quarant’anni documenti postali – racconta Marco Occhipinti al Piccolo di Trieste -. Inizialmente lo facevo per collezionismo, mi interessavo ai francobolli, alle buste, agli aspetti più tecnici della filatelia. Poi nel tempo mi sono accorto che molte storie contenute in quelle buste, nelle lettere, persino le affrancature, avevano qualcosa da raccontare”. Questo amore per le lettere è nato da piccolo, quando “da ragazzino mio padre mi portò a una grande fiera di filatelia e lì rimasi folgorato. Scoprire che un qualcosa che un tempo lontano è servito per comunicare, e che certi segni di quella comunicazione sono arrivati fino a noi, mi ha affascinato. È come dare voce al tempo. Perciò adesso non raccolgo documenti o francobolli rari, preziosi per il collezionista: mi interessano piuttosto le tracce postali che contengono una storia”. Un impegno che ridà vita a “a storie che altrimenti sarebbero rimaste chiuse chissà dove”, permettendo di ricostruire “pezzi della nostra storia italiana”.
Le lettere più amate di Sfizi.Di.Posta
I lettori di Marco hanno amato molto “una lettera spedita da un signore nel 1944 da un campo di concentramento di Mauthausen”. Proprio attraverso la pagina Facebook gestita da Marco “il nipote mi ha contattato perché aveva riconosciuto la scrittura dello zio e mi ha fatto sapere che era tornato a casa vivo dal campo di concentramento”. Molto curiosa è invece “la storia di Maria: una cartolina spedita nel settembre del 1945 da Siracusa che chiedeva rifornimento di ceci e lana. Sembrava un messaggio in codice, forse c’era un segreto da non poter rilevare. Allora grazie al cognome e all’indirizzo sul documento sono risalito a lei, e l’ho chiamata. Quando spedì la cartolina aveva quindici anni, oggi ne ha novanta e mi ha confessato che non c’era nessun segreto. Ma è contenta che una parte del suo tempo sia stato salvato dall’oblio”.