“Mi accusarono di parlare di droga senza competenza. In quel periodo ricevevo 400 lettere al giorno, in molte c’era scritto: ‘Sai Marco, dopo averti ascoltato, da domani provo a smettere’. La musica è un linguaggio universale, ero contento di poter fare qualcosa di buono per gli altri”. In un’intervista al Corriere della Sera Marco Masini racconta il suo rapporto con la corrispondenza negli anni dei primi successi, quelli di “Disperato” e “Perché lo fai”, ma anche del rapporto con i genitori, con gli inseparabili amici toscanacci, Carlo Conti, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. “Ogni estate noi quattro bischeri ci si ritrova a casa di Carlo Conti. Io, lui, Giorgio Panariello e Leonardo Pieraccioni. A mangiare focaccia all’olio sfogliando i giornali sportivi con le dita unte, discutendo delle amichevoli d’agosto e degli affari più improbabili del calciomercato. E il più scatenato del gruppo sono proprio io”.
Lo schiaffo al padre
Masini racconta anche di un episodio che lo ha segnato: “Lo sbaglio più grande della mia vita. Avevo 18 anni, volevo andare a suonare con la band, sarei stato fuori per tanti giorni, viaggiando in auto di notte. Papà aveva paura. ‘Tu non ci vai’. ‘Io fo quel che mi pare’, urlai. E prima che lo facesse lui, gli diedi quello schiaffo. Rimase immobile, incredulo. Non mi punì nemmeno e fu quasi peggio. Gli ho chiesto scusa tante volte, però il rimorso mi resta ancora dentro”. Erano i primi concerti “nelle piazze, nei paesi, alle fiere”. “Una volta – racconta – arrivammo in ritardo perché sulla strada c’erano tre tori che non volevano spostarsi”.
Gli esordi a Sanremo
Nel 1987 fece da voce guida per “Si può dare di più” del trio Morandi, Ruggeri, Tozzi. “Nello staff di Bigazzi, curavo gli arrangiamenti, ero il più intonato, perciò Giancarlo mi chiese di cantarla, per sentire com’era la melodia”. Nel 1990, invece, vinse il Festival di Sanremo, categoria Nuove Proposte, con “Disperato”. “Vendetti 850 mila copie, tantissime. Però non me la sono goduta come avrei dovuto. Purtroppo gli anni più belli e felici sono anche quelli consumati più in fretta. Sul momento non apprezzi ciò che hai, se li potessi rivivere sarei diverso”. Del suo primo Festival ricorda: “Ho conosciuto i Pooh, che vinsero con ‘Uomini soli’. Mi hanno incoraggiato come degli zii, sono tuttora dei fratelli maggiori. E mi hanno insegnato dei trucchi per stare sul palco”.