Serena e Jad, 26 e 30 anni, lavorano allo sportello postale di Barriera di Milano, uno dei quartieri più multietnici di Torino, che grazie a loro è diventato multilingue: si parla inglese, arabo, un po’ di portoghese e anche tedesco. A raccontare di questo ufficio è un articolo uscito per l’edizione cittadina della Repubblica. “Qui c’è molta utenza straniera, quando mi hanno chiesto di quali lingue avessimo più bisogno ho risposto subito l’arabo”, conferma il direttore di “Torino 43” Massimiliano Verzicco.
La storia di Jad
L’articolo spiega come Jad sia palestinese, e tutti i numeri contrassegnati con la R, consegnati dal totem all’ingresso dell’ufficio, vengono indirizzati da lui. Jad è arrivato in Italia nel 2011 per studiare architettura al Politecnico di Torino, si è laureato e ha iniziato a lavorare in modo più stabile ma sempre precario. “Guadagnavo pochissimo e così ho cominciato a cercare altrove”, dice. Alle Poste non aveva mai pensato e a dire il vero questo lavoro non lo ha trovato lui ma sua moglie: “É lei la mia manager- scherza – Una sera eravamo sul divano e ha trovato un avviso di selezione per parlanti in lingua inglese e araba alle Poste. Quando ho risposto a quell’annuncio avevo già un contratto a tempo indeterminato in tasca” con una diversa azienda. Ha sostenuto il colloquio con Poste il 24 novembre, è stato assunto il 27.
L’arrivo di Serena
Il percorso di Serena è stato altrettanto rapido. Lei, laureata in mediazione linguistica e letteratura straniera, cercava di trovare un posto che le permettesse di mettere a frutto quello che ha studiato, “volevo un’occupazione che non mi facesse perdere la lingua” racconta al quotidiano. “Non ci si annoia qui e il contatto con il pubblico mi piace molto, anche nelle giornate più complesse”. Questo lavoro è stato il suo regalo di Natale, ha iniziato “in prova” il 24 di dicembre. C’è una grande fetta di popolazione che preferisce l’inglese all’italiano. “Per molti è una lingua franca conosciuta meglio dell’italiano – spiega la ragazza – i cinesi, per esempio, oppure molti africani parlano perfettamente inglese”.
L’ufficio di Torino
Quando non ci sono stranieri, il loro lavoro di sportello è dedicato agli utenti italiani, ma se la richiesta è specifica per una lingua o per l’altra il cittadino viene subito indirizzato a uno dei due ragazzi. “I colleghi sono stati molto collaborativi”, raccontano entrambi. Via Spontini, spiega ancora l’articolo, è il secondo ufficio multilingue attivato da Poste a Torino. L’altro è in corso Giulio Cesare 22 con operatori che parlano arabo, spagnolo e inglese. Anche il totem all’ingresso parla lingue diverse, così come la segnaletica all’interno dell’ufficio. È stato attivato anche uno “sportello amico” per richiedere la documentazione per la richiesta e il rinnovo dei permessi di soggiorno.