Eletta Savarino, referente studi e analisi economiche del Centro studi di Poste Italiane, è stata ospite dell’approfondimento economico del TG Poste “La Bussola del Risparmio”. Tra i temi affrontati l’attesa dei mercati per le prossime mosse delle Banche centrali sui tassi e i timori per l’indebolimento della crescita e la persistenza dell’inflazione.
La BCE ed il rialzo dei tassi
Parlando delle prossime mosse della Banca Centrale Europea, Savarino sottolinea come nonostante questa, negli ultimi tempi, abbia rinunciato alla “forward guidance” ovvero ad anticipare al mercato il futuro dei tassi d’interesse, è quasi scontato che, durante la prossima riunione, questi verranno ancora rialzati. Il nodo riguarda l’entità di questo rialzo: nel consiglio della BCE ci sono posizioni diverse, come quelle dei “falchi” “che propendono per un ulteriore rialzo da 50 punti base, che quindi porterebbe il Refinancing rate direttamente al 4%, e, in aggiunta o alternativa, per un utilizzo più attivo dello strumento della riduzione del bilancio della banca centrale, ovvero del Quantitative tightening, per riequilibrare le condizioni di liquidità . Ci sono anche le cosiddette “colombe”, che invece propendono per un rialzo più contenuto da 25 punti base, restando su una posizione più interlocutoria”.
Inflazione e recessione
Obiettivo principe delle banche centrali è “la lotta all’inflazione e la stabilità dei prezzi”. “L’inflazione – prosegue l’economista – sta scendendo, ma molto lentamente e questo preoccupa le banche centrali”. L’inflazione negli ultimi tempi si è nutrita di una serie di fenomeni a partire dal grande rimbalzo della domanda che c’è stato nel post covid, al quale l’offerta ha fatto molta fatica ad adeguarsi”. A tutto questo “è legato anche il mercato lavoro e l’aumento dei salari, che hanno impattato sempre sull’inflazione”. Altro tema importante è quello “delle catene produttive e logistiche globali, fortemente impattate dal covid, che quindi hanno pesato sui prezzi”. A preoccupare maggiormente i mercati “è proprio l’incertezza di uno scenario in cui la crescita sta calando l’inflazione è ancora persistete e affiorano criticità sul settore bancario”. L’incertezza condiziona la stabilità finanziaria che in uno scenario del genere potrebbe non essere garantita. Secondo Savarino il “rallentamento economico diffuso non dovrebbe diventare recessione, se non in maniera contenuta e limitata da alcune aree”. Accanto al tema dell’inflazione e della recessione vi è anche quello dell’aumento dei tassi d’interesse, i cui effetti “potrebbero ancora non essersi dispiegati pienamente sull’economia reale”. “Un assaggio di questo di quanto potenzialmente rischioso sia questo aumento così intenso e rapido dei tassi l’abbiamo avuto con le turbolenze sul sistema bancario, in particolare su quello americano, a cui abbiamo assistito nell’ultimo periodo”.
La situazione italiana
Recentemente alcune agenzie di rating hanno lanciato un allarme sul debito pubblico italiano, puntando il dito “non tanto e non solo sul valore assoluto, che è elevato e in aumento, ma sulla crescita economica”. “In uno scenario di questo genere, con tassi di interesse in aumento e quindi con il costo del debito in salita, il punto centrale resta la crescita”. Secondo la Referente “bisogna sostenerla, e quindi restano fondamentali il Pnrr e i fondi per l’implementazione degli investimenti”. La Commissione Europea ha presentato la versione definitiva del nuovo patto di stabilità, una riforma “che va nella direzione della semplificazione e di un maggiore coinvolgimento degli Stati nel disegnare il percorso di rientro verso una posizione fiscale più equilibrata”. Per l’Italia potrebbe essere positivo il percorso di rientro previsto nel nuovo patto, “più lento e graduale”, soprattutto se sostenuto da riforme e da investimenti e, per questo, più credibile anche per i mercati”.
Qui sopra, il servizio del TG Poste.