Ottimista in un tempo di grandi crisi che scuotono speranze e abitudini e la pace corre gravi rischi pure in Europa che, da oltre un anno, trascinata malvolentieri nella guerra, vive nell’incertezza del futuro. L’ottimista è Luca Parmitano, astronauta tra i più esperti al mondo. Al suo attivo due missioni spaziali. Il primo italiano a fare una passeggiata spaziale extraveicolare e a comandare la Stazione Spaziale internazionale. Non si è seduto sugli allori, poiché guarda avanti e sogna di mettere piede sulla Luna. “Se veramente riusciremo a tornare sulla Luna nei prossimi 5 anni, o anche 10 o 15 – ha dichiarato durante la conferenza stampa in diretta dalla stazione spaziale internazionale – sicuramente ho l’età giusta per poterlo sognare. E anche se non l’avessi, sognare ci fa stare bene, ci spinge ad avere progetti sempre più grandi. Perché no? Mi piace l’idea di poter andare un giorno sulla Luna. Penso che la Luna sia nel nostro futuro e quindi anche nel mio”.
La bellezza del cosmo
I sogni di Parmitano sono positivi oltre che razionali. Forse perché attingono alla bellezza del cosmo rimirata da altezze da capogiro rispetto a quando si vede dal nostro Pianeta Blu. Sogni positivi, panorami impensabili intravisti anche nella Lettera alle sue due figlie scritta nel trascorso gennaio su invito del settimanale L’Espresso che l’ha pubblicata. La stessa lettera è stata poi rilanciata dal blog di Parmitano condita da una cornice di sensibilità pedagogica da padre amorevole. Un padre incoraggiante che non nasconde alle figlie sentimenti più intimi e umani. Si è dichiarato felice per la nomina a comandante della Stazione Spaziale della collega astronauta Samantha Cristoforetti considerata dai media una donna straordinaria, icona recentissima acquisita nella lunga marcia delle donne verso la piena parità di genere. “Il fatto che sia una donna – osserva Parmitano che non dimentica di avere due figlie – non conta nulla nello spazio. Fossimo più evoluti, non staremmo neanche a commentarlo”. Per un astronauta “stare lassù è il culmine di un sogno” e il mondo da lì “è incredibilmente bello. Forse l’avevo dimenticato, ma l’ho visto da lontano, e adesso ne ho le prove”.
La lettera di Parmitano alle figlie
La lettera alle figlie Maia e Sara ha obbligato il papà tecnologico, a ripensare la sua singolare esperienza per comunicarla in forma comprensibile finalizzata a una crescita armoniosa delle due ragazzine. “Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani”. “Quando una prestigiosa rivista italiana – scriveva nella sua pagina web l’astronauta tornato da appena due mesi sulla Terra, dopo averne trascorsi 6 nello spazio – mi ha chiesto di scrivere una lettera alle mie figlie, da pubblicare con il primo numero dell’anno, e parlare loro del futuro, non ero molto sicuro di quello che sarebbe stato il contenuto. Come scrivere loro qualcosa di non banale, ma anche comprensibile sia adesso che tra 15, 20 anni? Scrivendo con il cuore”.
L’unico mondo che abbiamo
Partendo dalla propria esperienza del mondo “l’unico che abbiamo, e contiene qualcosa di estremamente prezioso: il futuro. Ogni futuro è grande come il mondo intero. Il futuro, così come il mondo, non vi appartiene, ma è nelle vostre mani. È unico, ma non è mai uguale. Sembra infinito, ma è solo infinitamente fragile. Vorrei potervi indicare la strada che porta al vostro futuro, ma non è questo il compito di un padre. Quello che invece vorrei darvi è la mappa che contiene tutte le strade, affinché voi possiate scegliere il percorso. Siete ancora piccole per capirlo, ma voi bimbi siete molto più ricchi di noi adulti. Avete a disposizione un capitale che anche il più ricco degli uomini vi invidia: il tempo. Avete da poco iniziato a frequentare la scuola, e senza saperlo avete iniziato a investire questo vostro tesoro, per farlo crescere, trasformandolo in conoscenza, in esperienza, in ricordi. Questo è il solo bagaglio che potrete portare con voi, mentre viaggerete seguendo quella mappa che vorrei potervi dare. Presto incontrerete i primi problemi, le prime sfide… A volte, scoprirete che il cammino non esisteva fino a che non avrete fatto il primo passo. Non ha importanza. L’unica cosa che conta è amare camminare. Scegliete quel che amate, amate quel che avrete scelto!… quando la luce non arriverà a illuminarvi il passo – sappiate che a volte è necessario perdersi nel buio per potersi trovare. Abbracciate le difficoltà: impreziosiranno il percorso. Cercate le sfide: renderanno il passo più sicuro. Infine: avrete dei compagni di viaggio, che a volte seguiranno lo stesso sentiero, altre se ne allontaneranno per poi ritornarvi o per sparire per sempre. Amerete la loro compagnia, e ne sentirete la mancanza quando se ne andranno. E se porteranno via con sé parte del vostro bagaglio, controllate bene: vi accorgerete che non solo non vi mancherà nulla, ma vi sarete arricchite”.