Il Festival dello Sviluppo sostenibile, giunto alla settima edizione e promosso da ASviS, ha fatto tappa a Milano. Tra i protagonisti di questo appuntamento anche Poste Italiane, che ha sempre fatto della sostenibilità un pilastro chiave della propria strategia. Paolo Gencarelli, responsabile immobiliare di Poste italiane, è stato tra gli ospiti del panel “Finanziare la giusta transizione”, dove ha raccontato l’impegno dell’azienda per garantire una transizione sostenibile, grazie anche all’apporto fondamentale del progetto Polis.
Polis e lo sviluppo sostenibile
Poste Italiane ha una rete di palazzi che conta circa 13.000 uffici postali, presenti in quasi ogni comune italiano, mentre tutto il sistema bancario conta circa 20.000 sportelli. Quella di mantenere aperti gli uffici, invece di chiuderli, è stata una scelta di sostenibilità: una scelta che ha sfruttato l’apertura del PNRR e del PNC, lanciando il progetto Polis. Questo progetto comprende tutte le componenti ESG. Per prima cosa, parte dai piccoli centri, sotto i 15.000 abitanti, come si evidenzia dallo slogan “dai piccoli comuni si fa grande l’Italia”: l’obiettivo è quello di dare le stesse opportunità e gli stessi servizi, trasformando gli uffici postali in hub della pubblica amministrazione. Ciò permette di restare nel piccolo comune e richiedere il passaporto, la carta identità o il certificato giudiziario e di fatto migliorare, in maniera significativa, la vita del cittadino. Vi è quindi una grande attenzione al territorio, a cui si vuole dare nuova vita e renderlo sostenibile attraverso questa funzione sociale. Il progetto Polis porterebbe poi una maggiore pedonabilità per l’ufficio postale del piccolo comune.
Le nuove infrastrutture di Poste presentate al Festival dello Sviluppo Sostenibile
I piccoli centri non hanno una redditività paragonabile alle grandi città, e questo ha portato diverse banche ad andarsene. Per questo Polis rientra anche in un progetto di sostenibilità economica: il progetto coinvolge un investimento di un miliardo e 300 milioni di euro, di cui 800 finanziati con il PNRR, e prevede importanti investimenti nelle infrastrutture. Di fatto 7.000 uffici postali entro il 2026 vedranno rimodernata la parte di Front Office e saranno resi sostenibili, collegandoli tutti alla rete di smart building. Per garantire l’efficienza energetica lo strumento migliore è la tecnologia: sostituire 7,000 impianti sarebbe impossibile, ma regolarli da remoto è la soluzione. Sono previsti anche 1.000 impianti fotovoltaici da installare sui tetti, creando la più grande rete di fotovoltaico italiano, e 5.000 colonnine di ricarica per i veicoli, così da portare la mobilità elettrica anche nei piccoli comuni.
I primi risultati del progetto
Poste ha già trasformato 250 uffici postali su 7.000. In parallelo si sta lavorando con le pubbliche amministrazioni, che hanno mostrato una grande attenzione nell’accelerare questo percorso. La collaborazione con il ministero della Giustizia è già partita con i primi certificati, mentre si sta lavorando con il ministro degli Interni e con l’INPS, per il passaporto e l’anagrafica. Il tema non è solo poter fare il certificato all’ufficio postale, ma anche aiutare le persone che hanno difficoltà ad accedere alle applicazioni digitali. Non tutti sono infatti in grado di identificarsi con Spid e poi stampare a casa il documento e, per questo, Polis rappresenta anche un meccanismo per accorciare il digital divide.
La rete di Coworking
Importante per Poste è anche il tema del Coworking, tanto da aver pensato a degli spazi appositi negli uffici postali di tutta Italia, e non solo nei piccoli comuni. Co-working vuol dire flessibilità dei costi: questo sistema permette di affittare uno spazio solo per un periodo limitato di tempo, e questo è fondamentale sia per i piccoli professionisti che per le grandi imprese. Di strutture di coworking ce ne sono attualmente 750 in Italia, la maggior parte al centro nord, con 200 solo a Milano. Poste li vuole costruire in tutta Italia.
Il valore di Polis
Polis è dunque un progetto ambizioso che si concentra sul territorio, la cui forza è quella di prendere e non lasciare, sia che si parli di immobili che di persone. Negli uffici lavorano una media di tre dipendenti, e questo vuol dire che sono tra le 20 e le 25 mila persone, con tutte le loro famiglie, che dipendono da Polis. Si tratta quindi di un progetto di grande visione e inclusione sociale.
Qui sopra il servizio del TG Poste
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