L’identità digitale è una realtà per moltissimi italiani grazie al sistema Spid. Basti pensare che nel 2022 gli accessi tramite Spid sono stati oltre un miliardo, mentre le autenticazioni con CieID (Carta d’identità elettronica) 21 milioni. Nel corso del forum PA 2023 è stato evidenziato il contributo di Poste Italiane nella crescita del settore, grazie anche alla sua presenza capillare sul territorio. Sempre nel corso del panel dal titolo “Un’identità digitale per tutti i cittadini: sicura, semplice da utilizzare e accessibile”, è stato spiegato quali possono essere le evoluzioni dell’identità digitale in ottica europea.
La crescita di Spid
Ad intervenire nel panel è stato Guido Crozzoli, responsabile della struttura Mercato Imprese e Pubblica Amministrazione di Poste Italiane. L’Azienda ha sempre creduto nell’identità digitale. Fornire i cittadini di questo strumento è stato però un processo che ha richiesto l’utilizzo di tutte le strutture fisiche e digitali. Ad aver contribuito alla crescita è stata proprio la presenza capillare di Poste: basti pensare che l’80% delle identità attivate sono state richieste fisicamente negli uffici postali. Si tratta di un esempio di come la presenza sul territorio possa aiutare la transizione e fornire ai cittadini gli strumenti per entrare nel mercato digitale. La chiave del successo di Spid poi è stata la sua semplicità. Nella fase pandemica sarebbe stato complesso fornire a tutti, per esempio, un chip elettronico per accedere ai servizi online, invece con il modello SPID l’identificazione è stata possibile, anche grazie agli uffici postali che sono sempre rimasti aperti e milioni di cittadini hanno potuto accedere ai servizi pubblici e privati anche da casa. Anche l’utilizzo, grazie alle evoluzioni proposte da Poste Italiane, è stato reso sempre più semplice grazie a soluzioni innovative quali l’accesso con QR code.
Identità e attributi
Per quanto riguarda le future applicazioni, Spid potrebbe anche garantire l’accesso ad una serie di attributi secondari legati all’identità del cittadino, migliorando servizi pubblici e privati. Un esempio, per Poste, è l’attivazione della fibra: basta entrare con Spid per inserire tutti i dati necessari e finalizzare il processo in pochi clic. Questi stessi procedimenti possono essere applicati anche ad altri sistemi. L’identità digitale, così utilizzata, è il catalizzatore della digitalizzazione dei processi sia nella pubblica amministrazione che nel privato
Wallet: un sistema ibrido per l’identità digitale
La programmazione del futuro modello per l’accesso ai servizi può così ben avvalersi dall’esperienza maturata in questi anni in Italia ed Europa, considerando anche che il regolamento eIDAS sul Wallet è ancora in perfezionamento. Cosa è questo Wallet? È un’app sicura del nostro telefonino dove il Cittadino può conservare i suoi dati e utilizzarli sia online che off-line (come ad esempio la patente di guida o la tessera elettorale). Va considerato, d’altro canto, che in numerosi scenari i fornitori di servizi potrebbero accedere più semplicemente ai nostri attributi in real time interrogando direttamente uno o più “attribute provider” sulla base del nostro consenso (ad esempio dati sui consumi elettrici degli ultimi 12 mesi). Per questo si potrebbe pensare ad un modello ibrido mix tra il Wallet proposto in ambito europeo ed il modello federato di scambio di attributi già normato per il sistema italiano SPID. È bene che l’Italia, uno dei pochi paesi ad avere un sistema di identità digitali, porti sul tavolo europeo la sua esperienza e il valore delle sue idee.
Identità sicure mantenendo semplicità d’uso
In ambito di identità digitali ci sono tre livelli di sicurezza, dove il terzo livello richiede un certificato particolare per la gestione delle chiavi crittografiche. Questo può essere contenuto in una smart card o in un dispositivo di sicurezza nei nostri data center (HSM). Anche le identità SPID possono essere di livello 3 e in Poste ci sono circa un milione di identità con questo livello di sicurezza senza nessuna smart card, con il vantaggio per il cittadino di una attivazione molto semplice: una volta che viene identificato di persona nell’ufficio postale, è possibile consegnare l’identità in tempi veloci senza ausilio di smart card e poterla utilizzare altrettanto facilmente senza lettori NFC. In questo modo il cittadino ha facile accesso ai vari livelli di sicurezza secondo quanto richiesto dai service provider in base all’attività. Il sistema deve essere semplice e sicuro, ed è per questo che il modello italiano ha vinto. La scelta dell’Italia di avere governance, regole e vigilanza dello Stato con il servizio affidato ad operatori di mercato appare ancora la soluzione in grado di portare i migliori risultati sia in termini di efficacia del rapporto con i cittadini che di efficienza della Pubblica Amministrazione, che può in tal modo focalizzarsi sul proprio ambito core della digitalizzazione dei processi e dei servizi offerti ai cittadini e alle imprese.
La formazione necessaria e l’importanza di Polis
Un ultimo aspetto importante da tenere in considerazione è l’“educazione digitale” ad esempio educare i più fragili a proteggere le proprie credenziali d’accesso. L’identità digitale è utilizzata dalla quasi totalità dei giovani, mentre, a mano a mano che l’età sale, la percentuale l’adozione e l’utilizzo scende. Non è per nulla scontato che le persone più anziane meno digitali acquistino autonomamente dimestichezza, pertanto dovranno essere accompagnate nel percorso, ad esempio tramite la nostra rete di supporto o tramite un solido sistema di deleghe, e questo è un aspetto importante da tenere in considerazione. Bisogna anche “educare” gli utenti a proteggere le proprie credenziali d’accesso. Per migliorare l’educazione digitale, Poste crede nella vicinanza con i cittadini, e il progetto Polis dedicato ai comuni sotto i 15 mila abitanti serve per stare a contatto con loro, portando negli uffici postali i servizi della PA Polis permetterà quindi a tanti piccoli centri di restare vicini alla pubblica amministrazione.