portalettere

Nella storia dei dipendenti di Poste Italiane si ritrova la storia del nostro Paese. In “Ricordi di Poste”, raccogliamo le testimonianze degli ex dipendenti che scrivono alla redazione e che, attraverso i loro racconti, contribuiscono a mantenere vivo il legame tra le generazioni. 

Giuseppe Merola, ex direttore dell’ufficio postale, ricorda con affetto un portalettere che lavorava con lui e con il quale, spesso, si era ritrovato a discutere, ma sempre con rispetto. Merola, attualmente novantunenne, ha scritto una poesia ispirata a questo suo collega, intitolata “Il Mio Portalettere”, che riportiamo di seguito: 

La poesia per il portalettere

«Adesso non ricordo più quel tale
nome e cognome del portalettere
di quando io ero direttore postale
a Castello di Brianza: carattere
apparentemente semi brutale,
ma soltanto un innocuo battagliere
onde si aveva più una strumentale
discussione che proficuo piacere,
ma sempre il denigrar messo a tacere! 

Pertanto ricordo con compiacenza
quell’uomo tutt’altro che malizioso,
presumo ora deceduto in presenza
dell’età mia dal suono delizioso
oltre novanta ed ei più avanti senza
dubbio alcuno di un cinque rigoroso.
Se tanto mi dà tanto, amato postino,
saremo al “redde rationem” divino! 

Ma il Padre Eterno ci offrirà perdono!
Era discussione fra noi pulita,
sempre condotta nel binario buono
e pur con stretta di mano sancita.
Mai di retta via ci fu l’abbandono
e onorata fu sempre nostra vita!
Ciao, postino caro, vivo o non vivo
sempre amico solerte ti sentivo!»