Da Dante Alighieri a Pietro Nenni, da Guido d’Arezzo, inventore del pentagramma musicale, allo Stadio Dall’Ara di Bologna. E, ancora, da Carducci a Marconi, senza dimenticare “8 e ½” di Fellini e i successi delle Ferrari, le rosse di Maranello note in tutto il mondo. Senza dimenticare Giovannino Guareschi, papà di Don Camillo e Peppone, e Giuseppe Verdi. L’Emilia-Romagna si racconta attraverso i suoi 500 francobolli grazie a “Regione Emilia-Romagna: una passeggiata filatelica”, la mostra inaugurata nei locali dell’Assemblea legislativa a Bologna dal consigliere regionale Marco Mastacchi.
Le immagini dell’Emilia Romagna
Realizzata da Alessandro Fabbri, presidente del Circolo culturale filatelico numismatico ferrarese, in collaborazione con l’Assemblea legislativa della Regione, l’esposizione “Regione Emilia-Romagna: una passeggiata filatelica” è una raccolta puntuale e approfondita di tutti i francobolli dedicati o in qualche modo collegabili alla regione dall’Unità d’Italia a oggi. Oltre alla mostra è stata realizzata una pubblicazione che si pone come seconda edizione aggiornata di “Emilia-Romagna una Regione con i dentelli”.
I francobolli in mostra
Alessandro Fabbri, da sempre appassionato esperto di filatelia, ha documentato in modo puntuale una storia nata con i Savoia e arrivata nel nuovo millennio attraverso le traversie della storia con due curiose appendici: San Marino e la Città del Vaticano, nazioni autonome ma la cui produzione filatelica è ricca di riferimenti all’Emilia-Romagna. Visitando la mostra e sfogliando le pagine del volume si scopre un numero particolarmente rilevante di francobolli che, in modo diretto o indiretto, rimandano alla regione Emilia-Romagna, a fatti, ad avvenimenti, a personaggi che la riguardano. A volte il riferimento è diretto, come nel caso dell’insurrezione di Bologna del 1848 (francobollo emesso nel centenario del Risorgimento), o come nel caso di artisti come Guido Reni o Giorgio Morandi. A volte, al contrario, va cercato, come nel caso della celebrazione dei martiri di Kindu. Non tutti ricordano forse che i comandanti dei due aerei che atterrati a Kindu l’11 novembre 1961 per portare rifornimenti alle truppe ONU che là si trovavano, trovando la morte insieme con i loro equipaggi, erano uno di Bologna e uno di Mirabello (Ferrara).