Il tema dell’emigrazione si può analizzare (ed è stato analizzato) anche utilizzando le testimonianze postali. È il caso di “Varcare i confini. Lettere e letture, scritture e canti dell’antica emigrazione italiana”, lavoro di Emilio Franzina, già professore di Storia contemporanea all’Università di Verona e specialista nel settore.
L’esperienza dell’emigrazione
Uno studio, precisano dalla casa editrice Il Mulino che, se demandato ad alcune categorie di specialisti (come demografi, statistici ed etnografi), “può restituire una ricostruzione lacunosa dell’esperienza condivisa da molte generazioni di italiani e oggi, a parti rovesciate, da milioni di immigrati stranieri”. Si sottolinea inoltre che “al di là dei dati e dei numeri, dei provvedimenti di legge e delle strutture destinate a interagire con la condizione degli emigranti, ancora troppo sullo sfondo rimangono, sottovalutate o ignorate nella stessa percezione comune, le emozioni, le esperienze, i percorsi di vita di chi si sia trovato a espatriare”.
Le lettere come fonti
A simili mancanze possono porre rimedio gli studi basati su fonti epistolari, autobiografiche e diaristiche, per lo più di parte popolare. Le oltre trecento pagine del volume danno così risalto ai racconti e alle testimonianze di tanti connazionali espatriati temporaneamente o in via definitiva, offrendo una rappresentazione fedele e completa del passato migratorio. Citate attività e strutture nel tempo segnalate da “Vaccari news”, che recensisce il volume, fra cui il “Concorso internazionale lettera d’amore” di Torrevecchia Teatina (Chieti), il Club di Giulietta a Verona, la Fondazione archivio diaristico nazionale onlus di Pieve Santo Stefano (Arezzo).