Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha rilasciato un’intervista in esclusiva al TG Poste, nella quale ha tracciato un bilancio del suo primo anno di attività, ha espresso tutto il suo apprezzamento per il ruolo e le attività di Poste Italiane nel Paese, dal progetto Polis alla prima piattaforma online per il made in Italy nel mondo. Meloni ha affermato che Poste è “un’eccellenza del nostro Paese. Ne sono fiera”.
Il PNRR
Il Progetto Polis, afferma Meloni, “è uno straordinario esempio di come tutti i livelli istituzionali, il pubblico, il privato, devono poter lavorare insieme per mettere a terra queste risorse. Faccio mezzo passo indietro perché quello del PNRR è forse uno degli obiettivi che ci ha dato in questo anno maggiori grattacapi e maggiori soddisfazioni. Maggiori grattacapi perché chiaramente parliamo del piano più imponente d’Europa, 190 miliardi. E perché io ricordo quando di fronte alla proposta sistemare il piano, rivederlo in base alle mutate necessità, molti dissero ‘si perderanno le risorse, no, questa cosa non si può fare in poche settimane’. Noi abbiamo ottenuto il pagamento della terza rata, abbiamo licenziato la quarta rata, saremo la prima nazione europea a ricevere la quarta rata. Abbiamo modificato gli obiettivi del PNRR, concentrando quelle risorse su quello che era più necessario” afferma. “Impossibile – prosegue Meloni – è quello che dicono quelli che non hanno coraggio, perché se si ha coraggio di fare le cose e si hanno le persone giuste che hanno voglia di far camminare questa nazione, i risultati si possono ottenere. Il Progetto Polis è una di queste dimostrazioni. Speriamo che tutti siano virtuosi come Poste Italiane, nella capacità di procedere speditamente”.
Il significato del Progetto Polis
Proseguendo sul Progetto Polis, il Presidente del Consiglio afferma che “ha un significato bellissimo. Noi abbiamo sempre detto che gli uffici postali erano una delle reti più diffuse in Italia e sarebbe stato folle da parte nostra non tentare di rendere più utile per i cittadini questa diffusione facendo quello che voi conoscete benissimo, cioè una bellissima joint venture nella quale l’efficacia e l’efficienza di Poste Italiane e la sua capillarità si sposano con una serie di servizi che oggi noi siamo in grado di portare a tutti i cittadini. Anche a quelli che sono spesso stati cittadini di serie B, perché per fare un semplice documento avevano mille difficoltà più degli altri. Oggi si può fare. Credo che la velocità di realizzazione dell’iniziativa sia anche uno dei più belli esempi di come il PNRR va messo a terra e quindi sono molto soddisfatta del significato che questo progetto ha e di come lo stiamo realizzando insieme”.
L’impegno del Governo per Caivano
Meloni si sofferma poi sull’impegno del Governo su Caivano e su tutte le altre zone franche d’Italia: “Anche questo – spiega – è un modo di lavorare tutti su un obiettivo e di capire che se concentriamo la nostra attenzione e le nostre energie, le nostre risorse, possiamo centrare obiettivi che si consideravano inimmaginabili. In Italia abbiamo diverse zone franche, abbiamo diversi territori nei quali lo Stato a un certo punto ha deciso di indietreggiare perché ha pensato che fosse troppo difficile riuscire a risolvere il problema. Io penso che uno Stato serio, una scelta del genere non la possa fare, ma so anche che è molto difficile pensare di poter risolvere contemporaneamente tutti i problemi che abbiamo sul territorio nazionale. Allora su Caivano – aggiunge – noi abbiamo deciso di fare un esperimento, e cioè di dimostrare che se la politica, ma anche gli attori privati, ma anche le aziende, anche tutti i livelli istituzionali, le forze dell’ordine, i giudici, cioè la parte bella di questa nazione, si fossero concentrati, si sarebbe potuto dimostrare che quelle zone non sono perse. E che un esempio purtroppo noto anche ingiustamente, perché a Caivano vivono tantissime brave persone, alle cronache per la sua fatiscenza o per i problemi di criminalità, può diventare un modello esattamente inverso”. “Noi – continua Meloni – stiamo lavorando con una cadenza e con una presenza quotidiana a Caivano. Qualcuno si è lamentato perché ci sono troppo troppi ministri che vanno a Caivano, ma non sono solo ministri, perché appunto ci sono le Poste Italiane, c’è il Genio militare, ci sono tante, tantissime realtà che spontaneamente si sono messe a disposizione quando noi abbiamo lanciato questa sfida perché hanno creduto con noi, che lo Stato, che l’Italia per bene potesse dimostrare che le cose possono cambiare. Guardi la più grande soddisfazione me l’ha dato vedere il post di una mamma che era riuscita finalmente a portare suo figlio al parco a Caivano. Una cosa che per noi è la cosa più naturale del mondo. Per alcune persone non lo è. Allora a piccoli passi, si mette ogni giorno un pezzetto di mattone, lo si fa col contributo di tutti. E quindi devo ovviamente ringraziare anche Poste Italiane per il suo pezzo di mattone importante che ha messo in questo progetto. Ma io non mollo finché non riesco a dimostrare che le cose possono cambiare, sono certa che se noi riusciamo a farlo a Caivano, poiché intanto stiamo anche facendo delle norme che valgono anche per tutte le altre Caivano d’Italia, noi saremo in grado, piano piano, di affrontare anche tutte le altre zone franche e restituire diritti ai cittadini che non possiamo permettere siano cittadini di serie B”.
Il sostegno con Poste al Made in Italy
Al TG Poste il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha preannunciato una piattaforma on-line del Made in Italy realizzata da Poste Italiane: “Intanto – spiega Meloni – io faccio la mia parte perché le voglio dire che giro tutto il mondo con una valigia di Poste Italiane, con il logo di Poste, quindi faccio la mia parte in questo modello di Italia… Ma a parte questo noi stiamo lavorando molto sul tema del Made in Italy che ovviamente ha vari livelli di intervento. C’è il tema della lotta alla contraffazione, c’è il tema della lotta all’italian sounding, la contraffazione che si fa dei prodotti italiani fintamente venduti come prodotti italiani vale decine di miliardi di euro ogni anno. Lo facciamo difendendo le filiere, abbiamo fatto una specifica norma proprio sul tema del Made in Italy per mettere risorse sulle filiere, per un fondo sovrano, per le nostre eccellenze, per il liceo del Made in Italy, cioè per il ricambio generazionale nella formazione degli operatori necessari al Made in Italy. Perché poi il paradosso è che un pezzo fondamentale nella nostra economia, in moltissimi settori, pensi la moda, non si riesce più a trovare manodopera qualificata ben retribuita per fare questi lavori e quindi bisogna formarli, fare anche un’operazione di marketing”. “Poste Italiane – prosegue – secondo me può fare qualcosa di più. Ho un progetto del quale io ho parlato varie volte, ne ho parlato anche con i vertici di Poste Italiane perché penso che Poste abbia il know-how, la capacità e l’autorevolezza anche per immaginare una piattaforma del prodotto italiano. Una piattaforma on-line del prodotto italiano, mi piacerebbe, provare a immaginare che significa da una parte dare a tutti l’opportunità di vendere quello che è prodotto italiano, e dall’altra certificare cosa sia prodotto italiano. È uno dei tanti progetti che ho in mente del quale ho parlato più volte con Poste Italiane e chissà che da qui ai prossimi mesi non si riesca a fare dei passi avanti anche su questo. Ma credo che davvero se non ci riesce Poste Italiane sia quasi impossibile riuscire a fare una cosa di questo tipo”.
La prima donna a capo del Governo
Il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha fatto un bilancio del primo anno, come prima donna a capo di un governo in Italia: “Io sono stata sottovalutata tutta la vita. Può essere un vantaggio. Capita a molte donne, può essere un vantaggio. Perché, quando vieni sottovalutato puoi solamente stupire. A noi capita spesso. Anche per questo possiamo prenderci i nostri spazi, purché noi non crediamo a quello che gli altri hanno deciso che sia il nostro limite. E questo è un errore che delle volte le donne fanno. Farsi convincere che i limiti che altri hanno imposto siano i limiti che davvero abbiamo. Io questo non l’ho mai creduto. Ho sempre pensato ci fosse una capacità, una velocità, una concretezza nelle donne che delle volte manca agli uomini e che questo dovesse essere un nostro punto di forza. E semplicemente non ho accettato né di essere privilegiata per il fatto di essere una donna, né di essere per questo discriminata. Ho voluto combattere, ma sono stata sempre consapevole che bisogna combattere ad armi pari. È la ragione per la quale io non sono un’appassionata di quote. La ragione per la quale non sono appassionata di chi pensa che la parità di genere possa essere una concessione. Se davvero crediamo nella parità noi dobbiamo competere allo stesso livello al quale competono gli altri, senza corsie preferenziali e senza limitazioni. L’unica vera limitazione che noi abbiamo è la conciliazione. E quindi lì bisogna effettivamente lavorare. Lei sa che il Governo, dal tema del congedo parentale fino alla decontribuzione per le mamme lavoratrici, sta cercando di dare segnali soprattutto sulle donne mamme che lavorano. Non devi essere costretta, in una società normale, a dover scegliere tra essere madre e poter fare una carriera, le due cose possono perfettamente stare insieme, nei sistemi che hanno un welfare serio le due cose stanno insieme e questo è il segnale che vogliamo dare. E se noi riusciamo a colmare questo gap che impedisce a molte donne di poter fino in fondo dimostrare quello che valgono, perché alcune scelte non le hanno potute fare, io penso che le quote forse le dovrà chiedere a qualcun altro, ma insomma, penso che questo problema davvero non si ponga. Però la prima cosa che bisogna capire è la consapevolezza di quello che si può fare, non la determinano gli altri, siamo noi che lo decidiamo, siamo noi che decidiamo quali sono i limiti che ci possono essere imposti. Quindi io non ho sassolini nella scarpa da togliermi perché me li sono sempre tolti con i fatti”. “Me li sono sempre tolti con i fatti dimostrando che non mi sono mai fatta dire dagli altri che cosa potessi o non potessi fare, l’ho sempre deciso io. E poi, insomma, vedremo alla fine di questo percorso se eravamo meno bravi, più bravi, all’altezza, non all’altezza. Questo non lo devo giudicare io. In questo contesto, nel contesto di quello che faccio io, lo devono giudicare gli italiani e loro lo giudicheranno, è l’unico giudizio che mi interessa. Uomini e donne, eh, tutti lo devono giudicare, però sicuramente non ho mai visto come un problema il fatto che gli altri si aspettassero poco da me” afferma ancora Meloni.
Soddisfazioni e delusioni
“La mia più grande soddisfazione – continua ancora Meloni – è che quando mi sono presentata alle Camere e citavo il fatto di essere un underdog, ho detto ‘io sono una persona abituata a smentire i pronostici, intendo smentirne ancora molti’. Dopo un anno posso dire di averlo fatto. Se io penso a quello che si diceva quando ancora si era in campagna elettorale sull’isolamento internazionale dell’Italia, nel caso in cui ci fosse stato un governo di centrodestra, segnatamente un governo a guida Meloni, quello che si diceva sulla reazione che avrebbero avuto gli investitori in Italia, sull’economia che sarebbe crollata, sull’occupazione che si sarebbe persa e guardo alla realtà di oggi, dopo un anno sono contenta di aver smentito quei pronostici, come spesso mi è accaduto di fare e come avevo promesso che avrei fatto. Delusioni ne ho avute tante, come sempre. Io sono una persona che non è mai completamente soddisfatta, pensa sempre che si possa fare meglio. Sono convinta di dover fare ancora meglio. Sicuramente mi aspettavo molto di più dal lavoro quotidiano che ho fatto sull’immigrazione rispetto ai risultati che sono arrivati. Ma a maggior ragione non intendo mollare il colpo finché non porto a casa anche questo risultato. È normale che quando si hanno responsabilità come quelle che abbiamo noi su alcune cose si vinca, su alcune cose si perda, alcune cose riescano, altre non riescono, ci vogliono tante cose, ci vuole anche fortuna molto spesso. Però la differenza la fa come si reagisce anche quando si fallisce. Io quando fallisco ricomincio da capo finché non ce la faccio”.
La cartolina per gli italiani
Infine, la Presidente del Consiglio ha scritto una simbolica cartolina da spedire a tutti gli italiani: “Il pensiero che io voglio scrivere per gli italiani è questo. Dopo un anno da Primo Ministro io ho girato tantissimo per il mondo. Sapevo una cosa prima di fare il Primo Ministro, non l’avevo capita neanche io a questo livello. Noi non ci rendiamo conto di quanta fame d’Italia ci sia nel mondo, di quanto rispetto per l’Italia ci sia nel mondo, di quanta voglia di Italia ci sia nel mondo. Siamo noi gli unici a non crederci, siamo noi gli unici che non capiscono davvero il valore che questa nazione ha, perché fuori dai nostri confini lo vedono tutti. Allora se noi ci recuperiamo un po’ di orgoglio, questo concetto non entra nella cartolina, se noi recuperassimo un po’ della nostra consapevolezza, dell’orgoglio, davvero noi non avremmo limiti. E quindi ‘Viva l’orgoglio italiano’”.
Qui sopra, l’intervista esclusiva del TG Poste al Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.