“Su Polis siamo in linea con il piano che era stato stabilito: sul processo di avanzamento del progetto abbiamo aggiudicato il 97% delle gare, abbiamo circa 1.600 cantieri aperti e da aprile saremo operativi su 140 uffici postali che potranno erogare il passaporto”. Così il Direttore Generale di Poste Italiane, Giuseppe Lasco, durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo piano strategico 2024-2028 “The Connecting Platform”.
In linea con il programma
“Su Polis siamo in linea con il piano – ha ribadito Lasco – c è una risposta bellissima da parte del territorio; in queste aree vivono 13 milioni di persone, che è come dire l’ottavo Paese d’Europa, e c’è un’esigenza molto forte di non muoversi per usufruire dei servizi della pubblica amministrazione. Il piano di chiusura delle attività di Polis – ha ricordato il Direttore Generale di Poste Italiane – è fissato entro il 31 dicembre del 2026 ma già ai primi del 2026 avremo portato a compimento tutto il progetto Polis“. Parallelamente, ha aggiunto il Direttore Generale di Poste, “portiamo avanti anche le 250 sedi di coworking in quelle aree dove i grandi player di questo settore non sono andati a investire, nelle città medio-piccole. Avere aree logistiche da poter utilizzare per attività professionali e start up è importante soprattutto al Sud, dove si trova la maggior parte delle sedi finalizzate a queste attività”.
Formazione e ricambio generazionale
Sul personale di Poste Italiane, Lasco spiega che “oltre a essere il Gruppo con il più altonumero di dipendenti, siamo un’azienda che tende sempre a creare politiche attive del lavoro. Negli ultimi sei anni abbiamo fatto un ricambio generazionale fra entrate e uscite di circa 90mila persone – ha sottolineato Lasco – che ci ha consentito di abbassare l’età media delle persone e alzare la scolarizzazione del nostro personale“. “In controtendenza al sistema finanziario rimaniamo presenti sul territorio, come quando nel 2017 ci siamo impegnati con i sindaci a non chiudere gli uffici postali”. Il progetto Polis “nasce dalla precedente idea di non chiudere gli uffici postali – ha aggiunto Lasco – avevamo 17 progetti sul tavolo del Pnrr e ne abbiamo scelto uno solo che vale 1,3 miliardi: 800 dal piano complementare al Pnrr, 500 milioni di investimento dell’azienda. Noi continueremo a investire sulle risorse nell’ottica dell’equilibrio del sistema finanziario“.
Le scelte del Governo
Secondo il Direttore Generale di Poste, “quando vengono prese delle decisioni da parte del Governo che individuano Poste per determinate attività c’è anche la volontà di rimanere sul territorio, che significa fare business per l’azionista ma anche essere un’azienda di Sistema Paese. È naturale che Poste poi venga valutata per questa particolare attività”.