Riqualificare in ottica “smart” gli edifici vetusti del patrimonio immobiliare italiano abiliterebbe investimenti per oltre 330 miliardi, con benefici economici netti positivi tra i 17 e i 19 miliardi all’anno per i cittadini, diminuendo le spese per consumi energetici del 15-19%. Emerge dalle stime elaborate da The European House – Ambrosetti nell’ambito dei lavori della Community smart building, iniziativa nata nel 2022 e che coinvolge le più importanti imprese di questa filiera.
Rigenerazione del patrimonio
“Affinché la filiera degli edifici italiana sia pronta a rispondere alle esigenze di decarbonizzazione poste dalla direttiva europea ‘Case green’, è fondamentale investire in competenze smart&green”, commenta Lorenzo Tavazzi, senior partner e responsabile dell’area scenari & intelligence di The European House – Ambrosetti. “La rigenerazione del patrimonio immobiliare nazionale passa attraverso le mani di professionisti qualificati e specializzati, per cui sarà chiave rafforzare i programmi di upskilling e reskilling dei lavoratori e sviluppare percorsi di formazione innovativi a partire dalle scuole superiori, gli Its e le università”, aggiunge Tavazzi.
Nuovi posti di lavoro
Per fare fronte alla trasformazione del parco immobiliare è quindi essenziale valorizzare anche la professionalità e le competenze qualificate investendo sulla formazione di professionisti che possano rappresentare una risorsa per tutta la filiera, afferma lo studio. La diffusione degli smart building in Italia potrebbe infatti portare alla creazione di 200.000 nuovi posti di lavoro qualificati e specializzati, considerando 124 mila operatori specializzati, 54 mila installatori, 14 mila tecnici, 11 mila ingegneri e 10 mila progettisti, aggiunge la ricerca realizzata da The European House – Ambrosetti in collaborazione con le aziende partner della Community smart building.