L’Italia è la prima fra i grandi paesi dell’Unione europea per economia circolare. Lo rivela il sesto Rapporto del Circular Economy Network (Cen) e di Enea, presentato alla Conferenza annuale sull’economia circolare a Roma. Le performance di circolarità delle cinque maggiori economie dell’Ue (Italia, Francia, Germania, Spagna e Polonia) sono state comparate usando gli indicatori della Commissione europea. L’Italia è prima con 45 punti, seguita da Germania (38), Francia (30) Polonia e Spagna (26). Tuttavia, in base alla dinamica degli ultimi cinque anni, si segnala una certa difficoltà dell’Italia a mantenere questa leadership.
Alto tasso di riciclo dei rifiuti
Gli indicatori di circolarità dell’economia adottati dalla Commissione sono produzione e consumo, gestione dei rifiuti, materie prime seconde, competitività e innovazione, sostenibilità ecologica e resilienza. Il risultato positivo del nostro Paese deriva soprattutto dalla gestione dei rifiuti. Siamo primi in classifica per il tasso di riciclo. Nel 2021 abbiamo avuto un tasso di riciclo dei rifiuti di imballaggio del 71,7%, quasi 8 punti in più della media Ue27 (64%). Inoltre, il riciclo dei rifiuti urbani in Italia è cresciuto del 3,4% tra il 2017 e il 2022, raggiungendo il 49,2%.
Il confronto con gli altri Paesi
La media Ue è del 48,6%, la Germania “vince” con il 69,1%. Torniamo in testa con il riciclaggio dei Raee: nel 2021 è stato pari all’87,1% (meno due punti percentuali rispetto al 2017), con una media Ue dell’81,3%.Tutto ciò a fronte di una produzione media pro capite dei rifiuti urbani di 513 kg nel 2022 nella Ue, mentre in Italia siamo passati dai 504 kg per abitante del 2018 ai 494 kg per abitante del 2022. Nel 2022, la produttività delle risorse in Italia ha generato, per ogni chilo di risorse consumate, 3,7 euro di Pil, +2,7% rispetto al 2018. La media Ue, nel 2022, è stata 2,5 euro al kg. Anche il dato degli altri quattro principali Paesi europei è inferiore a quello dell’Italia. Per ciò che concerne il tasso di utilizzo circolare di materia, cioè il rapporto tra l’uso di materie prime seconde generate col riciclo e il consumo complessivo di materiali, l’Italia conferma la sua posizione nel 2022, con un valore pari al 18,7%.