Una mamma “super” con 9 figli. E anche nonna. Oltre che dipendente di Poste Italiane. Quella di Beatrice Di Carlo è una storia di grande umanità, che va controcorrente rispetto al trend di un Paese che si sta avvicinando alla crescita zero sul fronte della natalità. A raccontarla è il quotidiano La Sicilia.
Le esigenze quotidiane
Beatrice ha 50 anni, è vedova da meno di un anno, ha 9 figli e 4 nipoti. Lavora alla Gestione Operativa in un ruolo di staff alla sede centrale di Poste Italiane a Caltanissetta: “La sua storia è emblematica di come in una famiglia numerosa lo spirito collaborativo che si innesca per fronteggiare impegni ed esigenze quotidiane fa superare anche tanti problemi che potrebbero sembrare insormontabili o di difficile soluzione”, racconta il quotidiano. E prosegue: “Tanto più se la mamma, come in questo caso, è una lavoratrice. Insieme al marito – come si suol dire – si sono ‘sbracciati’, ed essendo appunto entrambi lavoratori non si sono fermati un momento. Col tempo c’è stata poi la grande collaborazione dei figli più grandi anche per le faccende domestiche e l’assistenza ai più piccoli”.
La ripartenza
Meno di anno fa, il marito Marco Pignataro, dipendente dei Monopoli di Stato è morto all’improvviso: “Mi ha mi ha fatto un brutto scherzetto, se ne è andato così senza avvertire”, racconta Beatrice al quotidiano. Lo racconta piegata dal dolore, ma integra. “Non può permettersi di spezzarsi – scrive ancora il quotidiano – la sua ‘squadra’ ha bisogno di lei. E anche i suoi nipotini, il quarto dei quali di appena due mesi. Quattro figli ancora minorenni vivono con lei. Gli altri cinque hanno ormai spiccato il volo, rendendola anche nonna. Una figlia studia a Torino, grazie a una borsa di studio. C’è chi ha finito gli studi e già lavora”.
Poste Italiane, un sogno di famiglia
Non solo. Alcuni dei suoi figli hanno seguito le sue orme e lavorano come lei in Poste Italiane: “Matteo, suo primogenito, ambiva da quando era piccolo a seguire le orme della madre – si legge nell’articolo – ‘Mamma, io voglio andare a lavorare lì, dove vai tu’, le diceva indicando l’insegna di Poste Italiane. Un sogno che grazie alla tenacia si è realizzato qualche anno fa. Matteo ha accettato infatti di ‘migrare’ al nord, pur di non rinunciare. Oggi lavora allo sportello, a Moncalieri. Ed è stato anche un ‘apripista’ per le sorelle che, come lui, hanno trovato il loro spazio a Torino”.
Una vita in Poste Italiane
La storia di Beatrice è quella di una donna che diventa madre presto – aveva solo 17 anni – e ha dovuto lavorare subito per mantenersi: “Mia mamma – dice – era a sua volta ancora mamma, giovanissima e con un lavoro impegnativo. Tempo per i nipoti, ahimè, non ne rimaneva molto…”. “Lei – racconta l’articolo – è entrata in Poste Italiane poco dopo la nascita del primo figlio, con un contratto a tempo determinato, a Milano. Dove lavorava anche il marito, all’Agenzia delle Dogane. Poi, con la sua tenacia e non sottraendosi ad alcuna gavetta, ha risalito tutte le tappe che dal capoluogo lombardo l’hanno riportata nella sua città natale, Caltanissetta, e dallo sportello ad un ruolo di staff. In famiglia c’è stata sempre grande collaborazione e quasi complicità. E soprattutto la necessaria organizzazione. “Chi arrivava prima a casa, metteva la pentola sul fuoco – aggiunge Beatrice – Immagino succeda in tutte le famiglie. Certo, nella nostra magari succedeva che la pentola stava sul fuoco a ciclo continuo…”.