Il progetto Polis dedicato ai piccoli comuni e la politica aziendale di riduzione delle emissioni di anidride carbonica, adottando soluzioni energetiche efficienti, contribuendo così alla transizione del Paese verso un’economia low-carbon sono al centro di un approfondimento dedicato a Poste Italiane dal quotidiano La Notizia.
La doppia sfida di Poste Italiane
L’approfondimento si concentra sugli obiettivi del progetto Polis, sottolineando come Poste “punta così a diventare uno dei pilastri della rinascita italiana, con un grande programma di inclusione sociale che coniuga la prospettiva finanziaria con quella della sostenibilità”. Ciò avviene, come viene ricordato, attraverso due linee di intervento. “La prima consiste nel portare i servizi telematici della Pubblica Amministrazione all’interno degli uffici postali con la creazione di “Sportelli Unici” di prossimità in 6.933 Comuni con popolazione inferiore a 15.000 abitanti. La seconda prevede la creazione degli “Spazi per l’Italia, 250 aree di co-working su tutto il territorio nazionale. Il progetto è finanziato con risorse del piano complementare al Pnrr per 800 milioni di euro e per oltre 400 milioni a carico del gruppo guidato dall’amministratore delegato, Matteo Del Fante. Il periodo di investimento va dal 2022 al 2026”.
Il dettaglio dei due progetti
L’occasione è buona per fare un punto sui due progetti. Relativamente a quello che vede gli uffici postali dei piccoli comuni diventare sportelli unici di prossimità, vere e proprie case digitali, viene ricordato che “possono essere richiesti tutta una serie di servizi e pratiche della Pubblica Amministrazione come il certificato di nascita o residenza, certificati previdenziali e anche documenti di identità come il passaporto”. Negli uffici Polis verranno installati, come si ricorda, 7.000 Atm Postamat, 4.000 postazioni per l’erogazione dei servizi pubblici self-service (Totem), 500 lockers per la consegna di pacchi e altri beni, attivi 24 ore su 24. Oltre a questo ci sono le colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici (5000), gli impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici di Poste (1000), i sistemi di smart building con sensori di monitoraggio ambientale (1000). Non solo. “Sempre in questi Uffici saranno allestiti 1.000 spazi esterni attrezzati per accogliere iniziative culturali, di salute e benessere. Poi c’è la rete di co-working di Poste Italiane che diventerà la più diffusa, digitalizzata e accessibile rete di spazi di lavoro del Paese composta da 250 sedi di cui 80 in comuni con meno di 15.000 abitanti. La rete sarà aperta ai privati, alle aziende e alla Pubblica Amministrazione, ad Università e Centri di ricerca”, viene ricordato, spiegando che questa operazione verrà realizzata “attraverso la trasformazione di importanti edifici direzionali e di grandi uffici postali presenti in vari distretti industriali e nelle aree di maggior attrazione culturale e turistica”.
Il punto della situazione
Un progetto che viaggia spedito, quello di Poste Italiane, visto che – come l’approfondimento spiega – da fine 2022 quando è partito, sono già stati realizzati 1.580 uffici postali ed entro l’estate saranno aperti i primi 40 siti di co-working. “Negli uffici Polis – si legge – sono già disponibili molti servizi come i certificati anagrafici e quelli dell’Inps. Inoltre è stato avviato il servizio di rilascio e rinnovo dei passaporti” in diverse aree del Paese e, a partire da luglio, Poste Italiane estenderà la possibilità di richiedere il rinnovo e il rilascio dei passaporti a tutti gli uffici postali d’Italia.