Il lavoro come portalettere a Uras, in provincia di Oristano, e la passione per la musica. Sono questi gli elementi chiave della storia di Stefano Craba, 50 anni, di Siapiccia. In Poste Italiane dal 2007, è attualmente applicato nel ruolo di addetto al recapito presso il presidio di distribuzione di Marrubiu, ed è un grande amante del rock e della chitarra elettrica.
Gli inizi e la passione
“La mia passione per la musica – racconta Stefano – nasce all’età di 6 anni: era il 1980, usciva l’album “Back in Black” degli AC/DC e ricordo che rimasi incantato nel sentire e vedere un loro videoclip in TV. Dopo qualche anno, grazie a mio fratello maggiore, ottenni una loro musicassetta, che mi fece innamorare delle sonorità della chitarra elettrica. A 14 anni iniziai a prendere qualche lezione, e a frequentare le prime salette prova in cui, con gli amici, passavamo ore a suonare, divertirci e a sognare la prima esibizione davanti a un pubblico. Oggi – prosegue il portalettere – suono in una band formata da componenti che provengono da luoghi anche molto distanti tra loro come Nuoro, Sassari, Badesi, Sedilo e Nughedu San Nicolò. Ma quando si ha una passione così forte, che accomuna tutti, le distanze non contano. Il gruppo si chiama “Ammerare”, che vuol dire “Aggiungere” in sardo. E per noi significa crescere, andare avanti nel nostro percorso artistico e umano, oltreché essere in grado di trasmettere qualcosa di importante al pubblico, nei nostri testi e durante i concerti. Le nostre canzoni affrontano argomenti di carattere sociale e per me è importantissimo, durante i live, percepire l’attenzione da parte del pubblico sui temi che trattiamo. Ma la musica fa parte anche della mia quotidianità: ogni mattina, nel tragitto per andare al lavoro di circa 25 minuti, ascolto musica, ed è per me il modo giusto per iniziare la mia giornata lavorativa, con la giusta carica, quella del rock”.
L’importanza del lavoro, la musica e il ruolo sociale
“Credo che il più importante collegamento tra la mia vita da portalettere e quella da musicista – aggiunge il dipendente di Poste Italiane – risieda nell’impegno sociale. A parer mio il postino, come il musicista, ha un importante ruolo sociale: in ambedue le attività si arriva alla gente, si ha a che fare con il pubblico e bisogna fare del proprio meglio, essere positivi. Nel lavoro spesso capita di interagire con persone anziane che vivono sole e che attendono il momento del mio passaggio per la consegna della corrispondenza, nell’arco della giornata, e oltreché la posta, provo a portar loro anche un po’ di compagnia. Sul palco, allo stesso modo, devi essere in grado di far arrivare il tuo messaggio, e devi creare con il tuo pubblico una connessione, un rapporto. Nel lavoro che svolgo è importante scambiare sempre qualche parola, a volte anche di conforto, fosse soltanto una veloce battuta in grado di strappare un sorriso. È sempre bello sentirsi dire: “Gratzias, fillu miu, po su servitziu chi fais!”.
L’alluvione di Uras
“C’è poi un episodio – conclude Stefano – che ricordo sempre con piacere, anche se ebbe luogo in seguito ad un evento tragico. Nel 2013 Uras, il paese in cui lavoro, fu colpita da una grave alluvione e i danni furono ingenti: auto sommerse dall’ acqua, case allagate, e praticamente tutte le famiglie persero qualcosa di importante. Pensai che andasse fatto qualcosa, per quella gente che mi aveva accolto nel mio lavoro a braccia aperte e che tanto apprezzavo, e apprezzo tuttora. Decisi pertanto, con la band in cui suonavo allora, di organizzare un piccolo concerto per fare una raccolta fondi da devolvere alle famiglie toccate dal disastro. La comunità ce ne fu grata e ancora oggi quell’episodio, seppur legato ad un evento tragico, è ricordato da molti con piacere. A quanto detto posso solo aggiungere che mi ritengo veramente fortunato a essere al contempo un portalettere e un musicista: in entrambi i ruoli riesco sempre a vivere situazioni che mi regalano belle emozioni.”