I nostri centenari: Noemi, le lettere dei prigionieri e i calcoli a mano

Postenews, il giornale del Gruppo Poste Italiane, ha trovato e intervistato ex dipendenti di Poste che hanno superato i 100 anni di età. Per l’Azienda questi ex dipendenti sono una miniera di valori e di tradizioni da tramandare: per questo Postenews ha deciso di chiedere loro un ricordo particolare, delle immagini di un tempo e di oggi. Parole straordinarie che sono una cronaca valoriale per l’Azienda, testimoniando che – ora come allora – l’esperienza in Poste Italiane cammina parallela alla propria esistenza, segnandola in modo indelebile e riempiendo il tempo di ricordi meravigliosi.

I nostri centenari: Noemi Sacchi

Noemi Sacchi ha attraversato gli orrori della guerra, in quegli anni lavorava al recapito delle Poste Ferrovia di Udine, oggi ha 101 anni, ma ricorda ancora quando vedeva passare i treni dei prigionieri che, disperatamente, le lanciavano dai finestrini biglietti da recapitare alle famiglie. Lei, appena diciottenne, e gli altri impiegati postali cercavano di portare a destinazione anche quelle notizie di vitale importanza. Poi c’era da mettere a posto la corrispondenza, a seconda della destinazione: «Dovevamo dividere la posta in base alle regioni», ricorda lei stessa aiutata dalla figlia Maria Pia. Ma nella memoria di Noemi non ci sono solo ricordi di guerra: alla fine del conflitto, viene spostata in Direzione, nella ragioneria delle Poste centrali di Udine, per occuparsi degli stipendi dei dipendenti: «All’inizio facevamo tutti i calcoli a mano, senza neanche la calcolatrice». È lì che conosce il suo futuro marito, anche lui prigioniero prima a Marsiglia poi in Olanda e Germania. Nel ’48 si sposano e dalla loro unione nascono Luisa e Maria Pia, che racconta: «Mio padre ha lavorato 42 anni alle Poste, mia madre 36. È sempre stata contenta di Poste, ha avuto un lavoro buono che le ha permesso anche di dedicarsi alla famiglia». Oggi, come allora, ci viene da dire.