A soli 23 anni Chiara Piazza lavora in Poste Italiane già da due e si occupa della gestione dei buoni di risparmio postali. Chiara ha scelto di misurarsi da subito nel rapporto con il pubblico, in particolare per quanto riguarda le scelte del risparmio. “Ho iniziato a lavorare per Poste Italiane in alcuni uffici postali a 21 anni – racconta la giovane veneta – dopo aver inserito il mio curriculum nel sito di Poste Italiane e aver sostenuto le prove selettive. Nei primi mesi ho lavorato negli uffici postali vicino a casa mia, Bibione e San Michele al Tagliamento, poi alle Poste Centrali di Mestre. Mi sono diplomata a Portogruaro senza avere ben chiare le mie prospettive, se non per il fatto che mi piace imparare cose nuove, avere sempre stimoli diversi. A Mestre è arrivata l’occasione buona: mi occupo di risparmio, in particolare di buoni postali”.
Poste Italiane capillare nel Veneziano
Poste Italiane ha la capillarità come punto di forza e nella provincia di Venezia questo è evidentissimo: “In provincia – dice Chiara – ci sono 127 uffici, da Portogruaro a Cavarzere, una realtà ampia e complessa. Ho a che fare quotidianamente con questi uffici postali per agevolarne il funzionamento e assicurare la regolarità delle operazioni. Quando qualcuno viene in ufficio postale per riscuotere un buono il mio compito, così come del collega allo sportello, è di assicurarsi che l’operazione venga conclusa regolarmente sotto ogni punto di vista”.
Le prospettive future di Chiara
La garanzia di stabilità che offre Poste Italiane permette di cominciare presto a programmare il futuro: “Ho partecipato ai workshop di Poste Italiane dedicati alle ‘nuove generazioni’ – spiega la giovane sportellista – e ho avuto l’opportunità di conoscere molti mestieri diversi e la complessità dell’azienda. Intanto la mia aspettativa è di crescere, facendo esperienze nuove”. Chiara intanto si gode la crescita costante che questo lavoro offre: “Il punto di forza di questo lavoro è il contatto con persone sempre diverse per età, genere, provenienza, estrazione sociale. Anche una persona timida si apre. È un lavoro impegnativo ma dà soddisfazione. E poi noi viviamo nell’aggiornamento continuo. Infine, e non è meno importante, la stabilità del posto, la sicurezza e le tutele, ad esempio per una persona che vuole continuare a studiare”.