I nostri centenari, Giuseppina, il punto di riferimento dei profughi russi

Postenews, il giornale del Gruppo Poste Italiane, ha trovato e intervistato ex dipendenti di Poste che hanno superato i 100 anni di età. Per l’Azienda questi ex dipendenti sono una miniera di valori e di tradizioni da tramandare: per questo Postenews ha deciso di chiedere loro un ricordo particolare, delle immagini di un tempo e di oggi. Parole straordinarie che sono una cronaca valoriale per l’Azienda, testimoniando che – ora come allora – l’esperienza in Poste Italiane cammina parallela alla propria esistenza, segnandola in modo indelebile e riempiendo il tempo di ricordi meravigliosi. 

C’è chi in Poste ha passato tutta una vita e chi, invece, ha deciso di mettersi in gioco più tardi. È il caso di Giuseppina Maietta, che racconta: «Erano i primi anni Settanta quando venni a sapere che c’era un concorso per entrare in Poste e che alcuni posti da “impiegato” erano riservati agli ex-combattenti, ai profughi e agli invalidi senza limiti di età. Io avevo già cinquant’anni ma mi sentivo in gamba e pronta a questa nuova impresa». Il ricordo di Giuseppina, nata il 15 ottobre del 1923 a Laurana, un piccolo paesino sulla costa di quello che prima era il Venezia Giulia, poi Jugoslavia e oggi Croazia, è nitido: «Una mattina ricevetti il telegramma che mi invitava a presentarmi all’Ufficio Postale principale delle Poste di Ostia. In quel periodo c’erano molti profughi russi ad Ostia, e c’erano lunghe file perché tutti ricevevano o spedivano pacchi. Il lavoro era tantissimo per noi e diventai subito la loro beniamina: sapendo parlare, ma soprattutto capire, il tedesco, mi rivolgevo a loro in quella lingua. Ogni giorno ricevevo un pensierino: un’arancia, un cucchiaio di legno dipinto o una matrioska. Mi cercavano con gli occhi e mi sorridevano da lontano». Giuseppina ricorda di essere stata «tra le prime ad inaugurare l’uso della macchina per le raccomandate che prima venivano registrate manualmente». Viene poi trasferita al Ministero all’Eur, alla segreteria del direttore centrale della ragioneria centrale: «Ho passato quasi 14 anni della mia vita in quell’ufficio e spero di essere riuscita a lasciare di me un buon ricordo». Noi ne siamo certi.