I toscani riscoprono il valore del risparmio, con una forte preferenza per strumenti finanziari sicuri come i buoni fruttiferi postali e i libretti di risparmio. I dati pubblicati dal Tirreno parlano chiaro: oltre un milione e mezzo di libretti postali attivi e più di due milioni di buoni fruttiferi sottoscritti nella regione testimoniano una crescente propensione alla prudenza economica. In provincia di Livorno, ad esempio, più di un cittadino su due ha scelto di investire in questi strumenti, con 200mila sottoscrittori di buoni fruttiferi su una popolazione di circa 326mila abitanti.
La tendenza a scegliere Poste
Questo ritorno al risparmio – spiega ancora il Tirreno – è una reazione diretta all’erosione dei redditi e all’aumento del costo del denaro. L’incertezza economica spinge sempre più toscani a “mettere da parte”, trasformandosi da cicale a formiche. I dati relativi al primo semestre del 2024 confermano questa tendenza, con numeri simili nelle altre province: “a Grosseto, 100mila residenti su 222mila hanno un libretto di risparmio postale e 143mila hanno sottoscritto un buono fruttifero. Ad Arezzo e Siena, la situazione è altrettanto significativa, con 150mila libretti di risparmio e 200mila buoni fruttiferi postali” spiega il quotidiano toscano.
La sicurezza di buoni e libretti
Non si tratta di un semplice ritorno al passato o di nostalgia per strumenti “vintage”. I buoni fruttiferi postali, introdotti per la prima volta nel 1924, stanno tornando al centro delle scelte di investimento dei toscani, offrendo un rifugio sicuro in tempi di incertezza economica. Con una crescita del PIL regionale limitata allo 0,6-0,7% nel 2023 e molte vulnerabilità ancora da affrontare, i cittadini scelgono la sicurezza, con la consapevolezza che i risparmi di oggi possono fare la differenza domani.