Salvatore Schillaci, idolo di Italia 90, è morto a 59 anni. L’ex calciatore era stato ricoverato in gravi condizioni lo scorso 7 settembre nel reparto di pneumologia dell’ospedale Civico a Palermo. Lo comunica l’azienda sanitaria. Il bomber della Nazionale, della Juve e dell’Inter sembrava nei giorni scorsi rispondere alle cure dei medici. Tanto che i bollettini segnalavano un leggero ma costante miglioramento. Nelle ultime ore le sue condizioni si sono aggravate.
L’icona delle Notti Magiche
Resterà per sempre l’icona delle notti magiche dello sport e di tutto il calcio italiano, di quell’Italia ‘90 dolce e amara segnata da suoi gol in sequenza e da quegli occhi spiritati e increduli, simbolo di un sogno comune bruciato dal destino nella serata di Napoli che non cancellò comunque la forza di una favola. Salvatore Schillaci, detto Totò, scomparso all’età di 59 anni, è stato tutto questo, un condensato di allegria e spensieratezza applicata al talento e ad una passione senza fine, ma anche lo sbocciare improvviso di un attaccante nato nei quartieri difficili di Palermo (lo Zen) che si è preso in un paio di anni tutta la gloria possibile. Al punto da diventare capocannoniere di quella edizione del Mondiale (sei reti) e piazzarsi al secondo posto dietro Lothar Matthaus nella classifica del Pallone d’Oro. Totò fu la fotografia di un’epoca storico-culturale del Paese, l’uomo capace di riscattarsi da una vita difficile che poteva prendere percorsi irrimediabili se non ci fosse stato il dio pallone ad indirizzarlo altrove.
Protagonista anche dopo il calcio
Dopo la conclusione della sua carriera calcistica, Non mancarono le comparsate in tv, dall’’Isola dei Famosi’ a ‘Quelli che il calcio’, in cui era spesso ospite e dove tornò scherzosamente a vestire i panni di calciatore con la formazione dilettantistica dell’Altamura, disputando la partita conclusiva del campionato pugliese di Eccellenza. Due anni fa fu ospite di ‘Pechino Express’, quando la malattia aveva già fatto la sua apparizione. Ma Totò fino all’ultimo ha sempre reagito prendendo la vita di sponda, mai di petto, provando a regalare e regalarsi allegria, gioia, senso della vita, trovando sempre il modo di sorridere e fare centro, come in area di rigore.