Fascino e mistero di Narni: ecco la vita del portalettere Maurizio

Narni, un gioiello incastonato nel cuore dell’Umbria, incanta chi la visita e anche chi ci vive e lavora quotidianamente, come il portalettere Maurizio. Con i suoi 3000 anni di storia, la cittadina in provincia di Terni offre un patrimonio artistico e naturalistico che si estende non solo in superficie, ma anche nel suo affascinante mondo sotterraneo. Non a caso, è conosciuta in tutto il mondo anche grazie al romanzo fantasy “Le cronache di Narnia” di C.S. Lewis, che sembra aver trovato ispirazione proprio in questi luoghi magici.

La vita del portalettere di Narni

Tra chi ogni giorno attraversa le vie e i sentieri di questo incanto umbro c’è Maurizio, portalettere di Poste, che da tempo serve la comunità di Narni. “Lavoro a Narni da 16 anni e in Poste Italiane da 22. Nella mia giornata tipo vado nel nostro centro di smistamento, dove prendo posta, pacchi, raccomandate e tutto quello che c’è da prendere e poi inizio a fare le consegne,” racconta Maurizio. Il suo lavoro lo porta a vivere e respirare quotidianamente l’atmosfera unica di Narni, una città che conserva ancora oggi il fascino del passato.

Maurizio, un riferimento per Narni

Maurizio è molto più di un semplice portalettere per i cittadini di Narni. È una figura di riferimento, una presenza familiare che rappresenta un legame solido con la comunità. “Maurizio rappresenta, oltre che un amico, un punto di riferimento per tutti i cittadini di Narni che frequentano la nostra tabaccheria,” dice uno dei suoi clienti abituali. Il suo percorso quotidiano lo porta a creare rapporti di fiducia con le persone che incontra, diventando spesso confidente di storie e aneddoti che riflettono la vita di una cittadina dove tutti si conoscono. Tra i tanti episodi che gli sono capitati, uno in particolare spicca per il suo lato insolito e affettuoso. “Una signora che abitava quaggiù e viveva da sola in casa, non voleva far entrare persone che non conosceva. Quindi, ogni volta che serviva una firma c’eravamo accordati che mi avrebbe dato una parola d’ordine. Questa ‘password’ cambiava ad ogni firma: me la anticipava per la firma successiva e se era sbagliata, non mi apriva la porta”.

Qui sopra, il video del TG Poste.