Vincenzo Gioia aveva le idee chiare quando diciotto mesi fa si è candidato per un lavoro a tempo determinato in Poste Italiane per provare un lavoro al Nord. Possibilmente in una piccola città, di quelle che immagini senza traffico, organizzata e pulita. E così ha scelto Vicenza, dove è rimasto per un anno, il tempo di finalizzare il periodo di prova obbligatorio per accedere alle graduatorie.
Una scelta ragionata
Vincenzo prima di lasciare Palermo aveva lavorato in tre aziende locali, due delle quali del settore della logistica. Qualche delusione, ma anche qualche soddisfazione. Certamente tanta esperienza, che gli è servita evidentemente per affermare la sua professionalità anche in una grande azienda come Poste Italiane. “Molti miei coetanei scelgono di aspettare l’occasione giusta in Sicilia, rinunciando anche alla possibilità di crescita a causa di un’offerta di lavoro limitata. La mia non è stata una scelta coraggiosa ma una scelta pensata. Ero convinto che un’esperienza lontana mi avrebbe aperto la mente”, racconta il portalettere palermitano.
Ordine e civiltà
Esperienza che lo ha convinto a riconfermare la scelta di Vicenza, quando qualche mese fa ha dovuto scegliere dove trasferirsi definitivamente, per risalire la graduatoria e puntare all’assunzione a tempo indeterminato. “Quello è un posto dove c’è tanto da imparare in quanto a ordine e civiltà e dove ho trovato anche tanta umanità”.
Una gioia condivisa
Quando ha lasciato Vicenza, i colleghi si sono commossi: “Vicè, ci mancherai” gli dicevano. E nel frattempo lui pensava fossero frasi di circostanza, invece Vincenzo quei colleghi, ha continuato a sentirli tutto il periodo del suo ritorno a Palermo. “Torna, questa casa aspetta a te”, gli ripetevano. Sono stati loro i primi ad avvertirlo che ce l’aveva fatta. Il postino sognava quel tempo indeterminato per sé e per i suoi genitori, che seppur con il cuore spezzato, l’hanno assecondato sin da subito. “Quando l’ho detto a mia madre e mio padre, ho sentito i loro cuori correre all’impazzata. Entrambi hanno partecipato all’intero percorso. Così come mia sorella, che mi ha sostenuto al pari loro. Mia mamma, addirittura, la sento parlare con le amiche di ‘gite e zone’, come consegnasse in prima persona la posta”, racconta sorridendo.
Un bagaglio speciale
Di Palermo, oltre la famiglia gli mancherà tutto, già lo sa. Gli amici, il ballo e ovviamente il clima, soprattutto quando si perderà di nuovo in mezzo alla nebbia che ha conosciuto quando ha lavorato ad Arzignano. Ma la cosa più difficile sarà rinunciare alla quotidianità con la sorella. In particolare, a lei ha promesso, un giorno di tornare. Vincenzo sa di lavorare in un’azienda dove il merito viene riconosciuto e premiato. E lui conta di crescere sia a livello personale che professionale, per tornare nella sua Sicilia con un bagaglio pieno di esperienza da condividere. Anche per questo è partito con poche valigie. “Vincenzo, portati qualunque cosa per la tua nuova casa, tutto ciò che desideri veramente” – gli ha detto sua madre prima dell’ultimo saluto. E lui senza esitare ha risposto “Mamma l’unica cosa che vorrei portarmi sei tu, ma tu nel bagaglio non entri. E non ho bisogno di niente altro”.