Il mondo piange la morte di Francesco, il Papa venuto da lontano
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Il mondo piange la morte di Francesco, il Papa venuto da lontano

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Il Pontefice si è spento a 88 anni, a darne l’annuncio il Cardinal Kevin Farrell. Cordoglio da tutto il mondo per la sua scomparsa

Il mondo in lutto per la morte di Papa Francesco, che si è spento a 88 anni. Nella mattina del 21 aprile, lunedì dell’Angelo, il Cardinal Kevin Farrell ha annunciato con dolore la morte del Pontefice, con queste parole: "Carissimi fratelli e sorelle, con profondo dolore devo annunciare la morte di nostro Santo Padre Francesco. Alle ore 7:35 di questa mattina il Vescovo di Roma, Francesco, è tornato alla casa del Padre. La sua vita tutta intera è stata dedicata al servizio del Signore e della Sua chiesa. Ci ha insegnato a vivere i valori del Vangelo con fedeltà, coraggio ed amore universale, in modo particolare a favore dei più poveri e emarginati. Con immensa gratitudine per il suo esempio di vero discepolo del Signore Gesù, raccomandiamo l'anima di Papa Francesco all'infinito amore misericordioso di Dio Uno e Trino".

Le condoglianze e il ricordo del Pontefice arrivano da tutto il mondo: il presidente della Cei, Matteo Zuppi, definisce questo “un momento doloroso e di grande sofferenza per tutta la Chiesa”. Il ricordo del Papa è arrivato anche dai leader dei paesi di tutto il mondo: dal presidente francese Emmanuel Macron, che ha sottolineato come “il Pontefice abbia voluto che la chiesa portasse gioia e speranza ai più poveri, alla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen secondo la quale “l’eredità di Francesco guiderà a un mondo più giusto”. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha detto che "il suo insegnamento ha richiamato al messaggio evangelico, alla solidarietà tra gli uomini, al dovere di vicinanza ai più deboli, alla cooperazione internazionale, alla pace nell’umanità. La riconoscenza nei suoi confronti va tradotta con la responsabilità di adoperarsi, come lui ha costantemente fatto, per questi obiettivi". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo ha definito “il papa degli ultimi, ha voluto fino alla fine assolvere al suo compito".

Anche Poste Italiane esprime profondo dolore per la morte di Papa Francesco, “uomo di pace sempre vicino ai più deboli – si legge in una nota - Lo ricordiamo per la tenacia e dedizione con cui ha servito la Chiesa anche nella sofferenza. Papa Francesco sarà per sempre un esempio per l’Italia e il mondo intero, cui guardare con profonda gratitudine. Poste Italiane desidera esprimere vicinanza e affetto anche alla famiglia di Poste Vaticane con cui ha avuto il privilegio di condividere iniziative al servizio della comunità cattolica”.

Il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio era nato a Buenos Aires il 17 dicembre 1936, figlio di emigranti piemontesi: suo padre Mario faceva il ragioniere, impiegato nelle ferrovie, mentre sua madre, Regina Sivori, si occupava della casa e dell’educazione dei cinque figli. Eletto Papa il 13 marzo 2013, in seguito alle dimissioni di Benedetto XVI, aveva assunto il nome di Francesco in onore di San Francesco d’Assisi.  E’ stato il primo gesuita a diventare Papa e il primo pontefice proveniente dal continente americano. Alla folla radunata in Piazza San Pietro si presentò così: «Fratelli e sorelle, buonasera! Voi sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali siano andati a prenderlo quasi alla fine del mondo, ma siamo qui. Vi ringrazio dell'accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie!”. Per molti anni volle e seppe convivere con il suo predecessore Josef Ratzinger, che aveva scelto di risiedere anch’egli all’interno delle mura vaticane.

La vicenda biografica di Bergoglio è una storia di emancipazione umana e spirituale.  Diplomatosi come tecnico chimico, scelse poi la strada del sacerdozio entrando nel seminario diocesano di Buenos Aires. L’11 marzo 1958 passò al noviziato della Compagnia di Gesù. Completati gli studi umanistici in Cile e tornato in Argentina, si laureò in filosofia al collegio San Giuseppe a San Miguel. Dal 1967 al 1970 studiò teologia e il 13 dicembre 1969 fu ordinato sacerdote dall’arcivescovo Ramón José Castellano. Proseguì quindi la preparazione tra il 1970 e il 1971 in Spagna, e il 22 aprile 1973 emise la professione perpetua nei gesuiti. Nello stesso anno venne nominato provinciale dei gesuiti dell’Argentina. Dopo una parentesi in Germania, il cardinale Quarracino lo volle come suo stretto collaboratore a Buenos Aires. Così il 20 maggio 1992 Giovanni Paolo II lo nominò vescovo titolare di Auca e ausiliare di Buenos Aires. Il 27 giugno ricevette nella cattedrale l’ordinazione episcopale proprio dal cardinale. Come motto sceglie Miserando atque eligendo e nello stemma inserisce il cristogramma ihs, simbolo della Compagnia di Gesù. Il 3 giugno 1997 fu promosso arcivescovo coadiutore di Buenos Aires. Passati neppure nove mesi, alla morte del cardinale Quarracino gli succedette, il 28 febbraio 1998, come arcivescovo e primate di Argentina. Nel Concistoro del 21 febbraio 2001, Giovanni Paolo II lo ordinò cardinale. Intanto in America latina la sua figura diventava sempre più popolare. Come arcivescovo di Buenos Aires — tre milioni di abitanti — pensò a un progetto missionario incentrato sulla comunione e sull’evangelizzazione. Quattro gli obiettivi principali: comunità aperte e fraterne; protagonismo di un laicato consapevole; evangelizzazione rivolta a ogni abitante della città; assistenza ai poveri e ai malati.  A Buenos Aires, Bergoglio era un pastore semplice e molto amato nella sua diocesi, che girava in lungo e in largo, anche in metropolitana e con gli autobus. «La mia gente è povera e io sono uno di loro», aveva detto una volta per spiegare la scelta di abitare in un appartamento e di prepararsi la cena da solo. Ai suoi preti raccomandava sempre misericordia, coraggio e porte aperte. La cosa peggiore che possa accadere nella Chiesa, spiegava, «è quella che de Lubac chiama mondanità spirituale», che significa «mettere al centro se stessi». E quando citava la giustizia sociale, invita a riprendere in mano il catechismo, i dieci comandamenti e le beatitudini.

La giustizia sociale è stata una delle invocazioni ricorrenti del suo pontificato.  Papa Francesco sarà ricordato per molte ragioni. La prima – apprezzata anche da molti non cattolici -  è il forte accento sulla necessità di aiutare i poveri e i marginalizzati, promuovendo una Chiesa più vicina alle persone comuni. Anche il suo stile informale e accessibile, con il rifiuto di lussi e privilegi (ha sempre vissuto in albergo), ha rappresentato un cambiamento rispetto ai predecessori. Papa Francesco ha intrapreso importanti riforme all'interno della Curia Romana, cercando di rendere l'amministrazione vaticana più trasparente ed efficiente; e ha lavorato per migliorare i rapporti con altre religioni, promuovendo il dialogo. Ha saputo cogliere le inquietudini dei giovani, sottolineando l'importanza della cura per l'ambiente, incoraggiando la Chiesa e i fedeli a prendere misure per proteggere la Terra.  Ha avuto molti nemici tra le file del clericalismo conservatore – in particolare nord-americano – e ha affrontato diverse crisi, inclusa la pandemia di COVID-19, dimostrando leadership e compassione. Resterà nella storia l’immagine di quella sera del 27 marzo 2020, con Papa Francesco solo nella piazza San Pietro deserta a pregare per la fine della pandemia.