Ferie solidali cedute dai colleghi di Poste: così Fabio può assistere il padre malato
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Ferie solidali cedute dai colleghi di Poste: così Fabio può assistere il padre malato

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A rendere possibile la donazione è stata l'adozione da parte di Poste dell'istituto della cessione delle ferie solidali, una novità prevista dall'ultimo rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro

Una catena di solidarietà si è attivata per permettere a Fabio Ippolito, 42 anni, impiegato nel Centro di smistamento di Poste Italiane di Milano Roserio, di assistere il padre Bruno, 68 anni, anche lui ex dipendente di Poste e purtroppo colpito da una grave malattia. La loro storia è raccontata nelle pagine della cronaca di Milano del Corriere della Sera.

Una sorpresa inaspettata

Bruno, si legge sul quotidiano, è in pensione e a Roserio dal 2004 lavora suo figlio, come responsabile di turno. Fabio, a partire da marzo, ha cominciato a dover prendere permessi su permessi e poi ha fatto ricorso alle ferie, consumandole tutte. Poi, ha chiesto di poter accedere all'aspettativa non retribuita per assistere il padre alternandosi con sua madre Caterina e sua sorella Manuela. “Ma nel dolore è arrivata una sorpresa inaspettata – si legge sul Corriere della Sera – Fabio non dovrà prendere l’aspettativa: il suo monte ore di ferie è salito da zero ben 38 giorni. Contando che il monte annuale alle Poste è 29 giorni, ora ha più di un anno di ferie. A donargliele sono stati i suoi colleghi, in segno di affetto e vicinanza verso di lui, ma soprattutto verso Bruno”.

Ferie solidali

A rendere possibile la donazione è stata l'adozione da parte di Poste dell'istituto della cessione delle ferie solidali, una novità prevista dall'ultimo rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro. Chi dona resta anonimo. E quindi Fabio non sa chi sono questi benefattori. A coordinare le donazioni è stata Celeste Betruce, caposettore operativo del reparto. “Un giorno - racconta al Corriere – un collega è venuto a chiedermi se poteva donare delle ferie a Fabio. Da lì mi sono attivata con le risorse umane e poi abbiamo fatto girare la voce. Aiutare suo figlio è stato come essere vicini a Bruno. Nelle numerose adesioni ho visto tanta umanità e ho ringraziato tutti di persona”.

La commozione di Fabio

Per Fabio è stato commuovente ricevere tutta questa solidarietà: “Mi sono sentito parte di qualcosa che va oltre il lavoro. Perché l'azienda mi ha sempre dato una mano, non mi hanno mai negato alcun permesso, ma un gesto così grande davvero non lo immaginavo. Mi permette di non perdere lo stipendio e anche l'anzianità di servizio e allo stesso tempo di essere accanto ai miei genitori”.

Qui sopra, il servizio del TG Poste