Lettere e pacchi viaggiano sull’acqua: una giornata in un ufficio postale di Venezia
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Lettere e pacchi viaggiano sull’acqua: una giornata in un ufficio postale di Venezia

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Alle Poste Centrali di Venezia, capita spesso di vedere turisti stranieri entrare con un sorriso e chiedere di spedire una cartolina

Nonostante l’era digitale, c’è ancora chi sceglie di spedire una cartolina come ricordo autentico del proprio viaggio. Alle Poste Centrali di Venezia, capita spesso di vedere turisti stranieri entrare con un sorriso e una richiesta semplice ma significativa: “Beautiful stamps, please”. Il fascino del francobollo resiste al tempo, e in una città come Venezia, dove ogni scorcio è un’opera d’arte, anche i francobolli diventano piccoli tesori da collezionare. In una città costruita sull’acqua, dove ogni angolo racconta secoli di storia, l’ufficio postale ha molto da raccontare. A pochi passi da Rialto, le Poste Centrali di Venezia sono un crocevia quotidiano di vite e storie.

Il lavoro di Eleonora

A guidarci in questo viaggio è Eleonora Zamuner, direttrice dell’ufficio e veneziana doc, che con passione e orgoglio ci apre le porte di uno dei luoghi più vitali della città. Qui si incontrano ogni giorno residenti, turisti, studenti, lavoratori stranieri, commercianti, professionisti, giovani e anziani. “L’ufficio postale non è solo un servizio. Cerchiamo di essere un ponte tra le persone, un filo che tiene insieme la città”, racconta Eleonora, mentre ci accompagna tra gli sportelli di Ca’ Faccanon, sede storica delle Poste fin dall’Ottocento e un tempo anche casa del Gazzettino. Ogni giorno vengono servite centinaia di persone. Ma non si tratta solo di lettere e pacchi: qui si gestiscono pensioni, risparmi, identità digitali. “Le Poste sono un presidio sociale”, sottolinea la direttrice. I turisti si affacciano per prelevare contanti, cambiare valuta o acquistare francobolli. Molti, soprattutto americani, comprano oggetti in vetro o artigianato locale e li spediscono direttamente a casa, affidandoli alle mani esperte dell’ufficio.

Come cambia l’ufficio postale

Eleonora Zamuner lavora in Poste Italiane da oltre trent’anni. “Sono nata al Lido, vivo a Castello. Sono diventata mamma quando lavoravo nell’ufficio di via Garibaldi, poi ho girato molti uffici della città: da Piazzale Roma a Burano, fino al Lido. Dal 2021 sono a Rialto. Ho tre figli e due nipoti.” L’ufficio postale è raggiungibile solo a piedi, com’è naturale a Venezia. Le barche arrivano al piccolo pontile sul retro per caricare e scaricare lettere e pacchi. “Abbiamo questo imbarcadero”, racconta Eleonora, “un angolo tranquillo, segnato solo dal rumore dell’acqua e lontano dalla folla che si muove tra Rialto e San Marco.” Da qui partono cartoline, lettere e pacchi diretti in tutto il mondo: vetri di Murano, maschere veneziane, abiti artigianali, spesso destinati agli Stati Uniti. La direttrice ha visto cambiare la città e il modo di comunicare. “Quando ho iniziato, si spedivano cartoline, lettere e telegrammi. Oggi parliamo di servizi digitali, consulenza finanziaria, e-commerce. Offriamo anche servizi particolari, come quelli giudiziari, il cambio valuta, i permessi di soggiorno.”

Il lavoro per i giovani

Il ruolo dell’ufficio postale è fondamentale anche per chi vive e lavora a Venezia. “Oltre ai turisti, ci sono gli studenti universitari, i lavoratori stranieri, i futuri cittadini che vengono per aprire un conto, richiedere una Postepay o ottenere documenti. Poi ci sono i commercianti, gli studi professionali. Venezia ci ricorda ogni giorno quanto sia importante il contatto umano.” Non esiste categoria sociale che non si affacci a questi sportelli. “Una parte importante del nostro lavoro riguarda i giovani, e non solo come clienti. Siamo una squadra mediamente giovane, con molti ventenni e trentenni: un segno che l’azienda si sta rinnovando. Siamo in maggioranza donne, e tutti parliamo almeno una lingua straniera: qui è indispensabile. Anche i giovani clienti, seppur meno visibili perché digitalizzati, sono molto presenti attraverso i servizi che utilizzano. Il nostro mestiere è cambiato: un tempo l’unico contatto con Poste Italiane spesso era il portalettere, oggi molte più figure interagiscono quotidianamente con i cittadini”.