Trent’anni da portalettere dalla Sicilia al Trentino: la storia di Giusy
Storie

Trent’anni da portalettere dalla Sicilia al Trentino: la storia di Giusy

di
La portalettere Giusy Poma ha festeggiato i suoi trent’anni di lavoro come portalettere in Val Rendena: la sua storia al quotidiano T

La portalettere Giusy Poma ha festeggiato i suoi trent’anni di lavoro come portalettere in Val Rendena. Racconta la sua storia il quotidiano trentino T, parlando di una carriera iniziata a metà degli anni Novanta, quando “arrivò nel 1995 pensando magari di fare un'esperienza lavorativa temporanea, diversa, originale”, ma che presto si trasformò in una vera e propria scelta di vita. L’articolo sottolinea come la giovane, originaria di Valderice in provincia di Trapani, fosse allora studentessa di Psicologia a Palermo, ma decise di accettare la chiamata di Poste Italiane e trasferirsi in Trentino. “Poi sono rimasta incantata dal territorio, dalle persone, il lavoro a contatto con la gente, consegnare lettere e corrispondenza mi piaceva molto e decisi che quella che era iniziata come un’avventura poteva essere la mia nuova realtà”, racconta Poma.

Il lavoro e l’amore

Il giornale T evidenzia come l’integrazione nella comunità sia stata rapida: “Il ruolo di postina mi ha permesso di integrarmi velocemente, tutti mi conoscevano e riconoscevano subito, e il fatto che lavorassi per l'ufficio postale è stata una garanzia di affidabilità quando ho dovuto cercare un alloggio”. Proprio in Trentino Giusy ha trovato l’amore: “Incontrai mio marito, un Trentino doc di Caderzone Terme, paese in cui attualmente vivo, e con il quale abbiamo avuto due figlie”.

In una grande famiglia

Nel ripercorrere questi tre decenni, il giornale mette in luce anche i cambiamenti della professione. “Le lettere hanno cominciato a diminuire, a prendere il loro posto sono arrivati i pacchi. All'inizio pochi, poi sempre di più, fino a diventare parte centrale del mio giro quotidiano”, spiega la postina. Allo stesso modo è mutato il rapporto con i cittadini: “C'è meno tempo per le chiacchiere, ma la riconoscenza c'è sempre e il portalettere rimane un punto di riferimento per la comunità”. T Quotidiano ricorda episodi di familiarità: la pasticcera che le prepara una torta, il gestore della pensione che la invita per un caffè, i cittadini che la fermano in strada per chiederle notizie sulla posta o su un pacco. “Pensavo di essere una "foresta" ma grazie al mio lavoro che amo tanto mi hanno ben presto detto "tu ormai sei una Cadardciùn"”, confida Poma con orgoglio.