Mentre settembre regala gli ultimi scampoli d’estate, c’è chi festeggia la prima stagione di lavoro “a casa”. Come racconta Primo Piano Molise, è il caso di Vincenzo Orlando e Tatiana De Santis, entrambi portalettere oggi in servizio a Termoli. Dopo anni di lavoro lontano dagli affetti, hanno ottenuto il trasferimento con la mobilità nazionale.
Il vicolo più stretto d’Italia
Vincenzo, 29 anni, originario di Lesina, ha iniziato a Torino nel 2021. “All’inizio consegnavo la posta in città e a Rivarolo Canavese, ma poi con il lavoro ho conosciuto tutto l’hinterland torinese e la provincia, fino a 1300 metri di altitudine verso la Francia”, ricorda. Lo scorso maggio è rientrato a Termoli e oggi segue la zona del Borgo Antico, con le sue stradine suggestive e la celebre Rejecelle, il vicolo più stretto d’Italia. “Passare in quei 34 cm di larghezza con la borsa della corrispondenza è una vera e propria impresa ma è sempre una esperienza emozionante”. La sua esperienza è fatta anche di rapporti con i residenti: “Conducono quella “vita lenta” che è sinonimo di qualità e benessere. Per loro il portalettere è una figura di riferimento, una persona di fiducia con cui scambiare una chiacchiera”.
I cuori all’uncinetto
Accanto a lui, nel cuore del paese vecchio, lavora Tatiana De Santis, 34 anni, termolese doc. Dopo quattro anni a Parma è tornata a novembre scorso. “A Parma sono stata bene, anzi benissimo, ma l’aria di casa è impagabile. Nei vicoli del paese vecchio ho respirato profumi che solo la mia città sa regalarmi”. Anche lei sottolinea il legame costruito con la comunità: “Nella mia zona vivono soprattutto persone anziane, quindi più che pacchi consegno bollette e riviste religiose. Ma devo dire che nonostante le bollette sono sempre felici di vedermi”. Una signora le regala ogni volta piccoli cuori all’uncinetto: “Un gesto semplice, che mi emoziona e mi regala un sorriso”.