Quando Stefania Minelli, direttrice dell’ufficio postale di Follonica Centro, se la è trovata di fronte ha pensato a quanto fosse lunga la storia del risparmio postale e a quanti siano i suoi intrecci con la vita delle persone e del Paese. Davanti a sé aveva – accompagnata dai nipoti Nicolas, Mirella e Giovanna – Elena Listorti, 99 anni (saranno 100 il 6 novembre prossimo) e i suoi buoni fruttiferi postali. Li conservava dal 1994, l’anno in cui aveva perso il marito Teodoro, con in quale aveva condiviso la vita matrimoniale e la carriera in Poste Italiane, per entrambi partita in Molise e poi proseguita in Lombardia.
Custoditi per oltre 30 anni
I buoni fruttiferi postali presentati a Stefania erano quelli cartacei di una volta, che la signora Elena ha scelto di reinvestire nello stesso strumento di risparmio postale. Custoditi gelosamente, per oltre trent’anni, nelle scatoline antimuffa, sono stati trasformati in buoni dematerializzati. Stefania ed Elena, una di fronte all’altra, in rappresentanza di due epoche diverse di Poste Italiane ma collegate tra loro grazie al risparmio postale: la prima a gestire, per via telematica, tutte le operazioni di riscatto e rinnovo dei buoni, Elena a ricordare i trascorsi di una vita, i nomi dei colleghi di un tempo e l’attaccamento che ha sempre avuto per Poste Italiane, per lei semplicemente “casa”. Abbiamo chiesto a Elena, che a 99 anni mantiene una lucidità invidiabile, di raccontarci il suo ritorno a casa e le sue sensazioni nel ritrovarsi dall’altra parte dello sportello: “Quando ero direttrice dell’ufficio postale Milano 76 ne facevo tantissimi di buoni fruttiferi – ricorda – ho lavorato per 45 anni alle Poste, sempre con tanto piacere e tanto amore. Forse è il motivo per cui sono arrivata a vivere così a lungo”.
Dal Molise alla Lombardia
La sua storia con le Poste parte dal Molise. A 18 anni, al fianco della zia, che era la direttrice del paese di Lupara, in provincia di Campobasso: “Mi sono appassionata pure io, cominciando dal telegrafo. Eravamo in tempo di guerra e usavamo il codice Morse”, continua Elena ricordando l’emozione del giuramento in Comune. Per i successivi 17 anni Elena dirige gli uffici postali dei piccoli paesi molisani. Vince il concorso e si trasferisce con il marito Teodoro in Lombardia. Nel pieno del boom economico e della crescente industrializzazione, la loro vita si svolge nella provincia lombarda, tra Como e Milano. Nel 1959 Elena inaugura l’ufficio postale di Magenta, che dirigerà per tantissimi anni. Successivamente, le viene affidata l’apertura della succursale 76, in zona Comasina, che sarà anche la sua ultima “casa” prima di andare in pensione nel 1990. In mezzo, tante soddisfazioni e anche l’orgoglio di veder crescere la città insieme all’economia italiana. Negli anni ’80 il marito Teodoro sventa con coraggio una rapina all’ufficio postale di Paderno Dugnano, a seguito della quale gli viene conferita l’onorificenza di Cavaliere dal Presidente della Repubblica. Dopo essere andata in pensione, Elena continua a frequentare l’ufficio postale: “Era proprio sotto casa, ci andavo spesso perché i miei colleghi mi chiamavano». Il legame resiste negli anni. Dopo la morte del marito, nel ’94, Elena sceglie di avvicinarsi alla famiglia d’origine, alla sorella e ai nipoti che vivono a Follonica, in Toscana. «I miei zii non hanno avuto figli – racconta il nipote Nicolas – Poste è stata una parte molto importante della loro vita ed erano orgogliosi di essere dei pubblici ufficiali. La zia ci dice spesso che Poste Italiane l’ha aiutata ad avere meno preoccupazioni e una vita più lunga”.