L’Italia continua a credere nel valore del risparmio. Un’Italia fatta di famiglie, professionisti, pensionati, giovani genitori e nonni che, da Nord a Sud, affidano ai Libretti e ai Buoni postali una parte della loro vita e del loro futuro. Un viaggio tra le loro storie è anche un viaggio nella fiducia, nella continuità e nella memoria di un Paese intero.
Lo scrigno dei buoni postali
In Friuli, Mario, da Trieste, gestisce da anni i risparmi di tutta la famiglia: “Ho iniziato con i buoni cartacei, prima in lire e poi in euro. Ora rinnovo costantemente i titoli, anche per mia figlia e i miei fratelli. È un impegno che porto avanti con fiducia”. Poco lontano, a Gorizia, Alfredo racconta come la tecnologia abbia reso tutto più semplice: “Sono cliente fin dagli anni Settanta. Con la carta e i nuovi strumenti è tutto più accessibile, ma ciò che conta davvero è la competenza delle persone che ti seguono”. Giannino da Pordenone spiega che “la suocera è sempre stata una cliente affezionata e questo percorso è proseguito con me e con la mia famiglia d’origine”. In Veneto, la memoria diventa affetto. Paride, 80 anni, ricorda quando, dopo aver venduto un terreno, decise di investire tutto in un libretto postale: “Per me significa sicurezza e garanzia. Risparmiare è la mentalità delle formiche: prepararsi al futuro con costanza”. Anche Anna Maria, da Vicenza, si è lasciata guidare dalla fiducia: “Avevo disinvestito dei fondi e cercavo un’alternativa sicura. Ora ho già fatto quattro investimenti”. A Belluno, Stefania lega il risparmio ai ricordi d’infanzia: “Ricordo la cassettina blu che custodiva i buoni, come uno scrigno prezioso. Quel piccolo impegno mensile si è trasformato in un tesoretto. Ho aderito a Buono 100: sarà un’altra sorpresa positiva”. A Bologna, Antonella parla di coerenza e fiducia: “Seguo l’esempio familiare. Ho anche risparmi bancari, ma una buona parte l’ho sempre affidata ai buoni fruttiferi: una scelta vincente” mentre il consiglio di Mario è di quelli di cui ci si può fidare, visto che il risparmio postale lui lo vendeva: “Sono stato direttore di Poste e in passato proponevo io stesso questo tipo di investimenti. Il Libretto Postale l’ho aperto anche per me e, una volta andato in pensione, ho deciso di investire ancora, perché mi sembravano prodotti redditizi”. Con questi prodotti, gli fa eco da Trento Maria Antonia, “mi sento tranquilla e sicura: so di poter sempre contare sui miei risparmi, che sono garantiti”. A Savona, Carlo guarda al passato con serenità: “Nella mia famiglia il risparmio postale è una tradizione lunga settant’anni. Mio padre e mio zio ci hanno lavorato, e per me il libretto resta sinonimo di tranquillità”.
Un dono prezioso
Scendendo verso il centro, la tradizione si intreccia alla vita quotidiana. A Roma, Fabio racconta di una storia familiare lunga generazioni: “Clienti con libretti io, mia moglie, mia suocera e ai tempi anche mia nonna. Una via classica che si è evoluta con internet, in maniera apprezzabile”. Anche Antonio, romano, ha ereditato l’abitudine dai genitori: “La fiducia nasce da loro, che avevano tutti i risparmi alle Poste. Oggi è una certezza che porto avanti con convinzione». Andrea, sempre nella capitale, conserva il ricordo di un dono prezioso: «Il primo libretto me lo regalò mio nonno. Da allora ho sempre avuto un ottimo rapporto con l’ufficio postale: un legame di fiducia che dura da oltre 25 anni”. A Perugia, il tabaccaio Federico Pietro parla di sicurezza: “Pur non essendo anziano, considero il libretto un simbolo di risparmio certo e trasparente. Una vera garanzia”. In Abruzzo, Massimo non ha dubbi sugli strumenti di Poste Italiane e CDP: “Il libretto postale ce l’ho sempre avuto, ormai sono 61 anni. Ne ho più di uno, con le mie sorelle e mia moglie. I buoni che mi lasciarono i miei genitori sono stati un grande regalo”. Dalla stessa regione, Antonella parla con riconoscenza del suo ufficio di Castiglione: “Il risparmio postale lo utilizzavano già i miei nonni, poi i miei genitori e ora noi. È una tradizione di famiglia. La differenza la fanno i dettagli e la disponibilità del personale dell’ufficio”. Gennaro, anche lui abruzzese, conferma: “Per me il risparmio postale è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Ti fa sentire tranquillo: è una vera garanzia”. La stessa cosa vale per Mariano, cliente dell’ufficio postale di Trapani 5, da 30 anni fedelissimo del risparmio postale: “Mi sono sempre trovato bene con buoni e libretti, oggi seguo l’andamento con le applicazioni”.
Una lunga tradizione
Attraversando l’Italia verso Sud, le storie diventano ancora più legate agli affetti. Ad Agrigento, le testimonianze si moltiplicano. Valentina racconta: “Da quando sono nata ho avuto un libretto. Ora che mia figlia ha due anni, le ho fatto un buono. Non ho mai avuto problemi, sempre tutto chiaro”. Nella stessa città, Antonino Mario, ex bancario, ha cambiato strada: “Lavoravo in banca, poi ho scelto il risparmio postale. E ai miei nipoti regalo buoni fruttiferi invece dei classici doni”. Maria Assunta, anche lei agrigentina, ha seguito la tradizione dei genitori: “Ho iniziato dai regali con i buoni, ho continuato per le mie figlie. Poi l’ufficio postale è un punto di riferimento nel paese, con un rapporto non solo economico ma anche di amicizia”. La concittadina Carmela conferma: “Sono cliente storica, ho sempre fatto buoni portati a scadenza e rinnovati aggiungendo nuova liquidità” Da Palermo arrivano due voci diverse ma ugualmente convinte. Valerio, medico trentunenne, spiega: “Gran parte del mio risparmio, circa l’80% del capitale, è custodito lì. Tutto è iniziato con mia nonna, che mi intestò libretti quando ero bambino”. Francesca, invece, racconta di un incontro decisivo: “Dopo un’esperienza negativa in banca, ho conosciuto la direttrice dell’ufficio postale di Borgetto. Grazie a lei ho scoperto nuove opportunità e ho deciso di trasferire lì il mio patrimonio”. A Trapani, Manuela ha trovato sostegno in un momento difficile: “Quando è morto mio marito, con un bambino minore, avevo bisogno di una gestione sicura dei fondi. Sono stata seguita con attenzione e ho trovato persone che conoscono il mio modo di fare e mi consigliano di conseguenza”. Chiudendo il viaggio, da Cagliari arriva la voce di Eleonora, che riassume bene lo spirito comune: “Fin da bambina i miei genitori usavano buoni e libretti. Oggi lo faccio anch’io per i miei tre figli: hanno buoni per minori e carte che usano assiduamente. È una forma di cultura molto italiana, che continuiamo a portare avanti”.