Al Museo Postale e Telegrafico della Mitteleuropa, nel Palazzo delle Poste di Trieste, sono conservati una serie di certificati amministrativi che mettono a fuoco un aspetto concreto e poco indagato della vita di Italo Svevo: la sua autorizzazione a operare sul conto corrente postale e sul libretto della ditta Gioachino Veneziani S.A. (del 1928). I documenti — che coprono un arco cronologico che va dal periodo austro-ungarico fino al Novecento — includono moduli e attestazioni firmati che autorizzano Svevo a disporre del credito depositato sul conto postale dell’azienda. Come emerge dagli atti, Svevo non figura qui soltanto come parente: era genero dell’imprenditore Gioachino Veneziani (sposò la figlia Olga) e ricopriva un ruolo operativo nell’impresa, con funzioni di consigliere di amministrazione.
Le firme di Svevo
La ditta Veneziani, nota a Trieste per la produzione e il commercio di grassi, olii, colori e vernici, operava con processi che implicavano l’uso di sostanze chimiche e una struttura produttiva rilevante per il tessuto economico cittadino. I libretti e i conti correnti postali, nelle pratiche contabili dell’epoca, non erano strumenti esclusivamente domestici: servivano anche alla gestione della liquidità aziendale e alla regolazione dei rapporti commerciali, specie in contesti dove il sistema bancario tradizionale non era sempre capillare o immediatamente accessibile. La presenza delle firme di Svevo sui certificati assume quindi valore documentale: attestano poteri di firma e deleghe operative, e collocano il libretto postale al centro delle pratiche amministrative dell’impresa. Dal punto di vista storico-economico, questi reperti mostrano come strumenti bancopostali d’apparenza semplice fossero integrati nei meccanismi gestionali delle imprese locali. L’importanza del materiale conservato a Trieste riguarda due piani distinti ma collegati. Sul piano biografico, i documenti forniscono evidenze tangibili della partecipazione diretta di Svevo alla vita aziendale della famiglia della moglie. Sul piano istituzionale e finanziario, attestano il ruolo del libretto postale come infrastruttura di risparmio e circolazione monetaria, utilizzata tanto dalle famiglie quanto da soggetti economici organizzati.