I prodotti storici del risparmio postale valorizzati dalla diversificazione
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I prodotti storici del risparmio postale valorizzati dalla diversificazione

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Intervista a Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente alla SDA Bocconi School of Management: i consulenti di Poste sanno spiegare il valore di buoni e libretti

La longevità di buoni e libretti dipende, oltre che dalle caratteristiche uniche di convenienza e garanzia statale, anche dalla credibilità dell’emittente e del distributore, secondo Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente di Strategy and Entrepreneurship presso la SDA Bocconi School of Management dell’Università Bocconi: «Non sono i prodotti a fare la longevità, ma sono le relazioni che Poste Italiane ha instaurato con i cittadini e con i risparmiatori». In particolare, l’economista elogia l’effetto “trascinamento” che Poste Italiane ha saputo accompagnare con la formazione del personale, affiancando ai prodotti più classici e tradizionali un ventaglio di nuovi strumenti finanziari più sofisticati e di grande qualità: «Negli ultimi decenni l’azienda ha saputo trasformarsi notevolmente, da operatore di logistica è diventato un grande attore di educazione finanziaria, grazie agli investimenti nelle competenze del personale. Oggi – sottolinea Carlo Alberto Carnevale Maffé – Poste Italiane è un benchmark per tutti gli operatori. Una volta i buoni e i libretti si compravano semplicemente perché magari non si disponeva di sufficienti competenze e ci si fidava delle Poste – spiega ancora l’economista – oggi lo si fa perché a proporlo sono consulenti che fanno capire ai clienti la logica di valore che c’è dietro quella scelta. Aumentando la qualità e le competenze del personale è aumentato anche il livello della competenza dell’investitore: i cittadini sono più informati grazie all’impegno dell’Azienda. E sappiamo quanto il portafoglio  abbia bisogno di consulenza – prosegue il professor Carlo Alberto Carnevale Maffé – strumenti come buoni e libretti tendono ad abbassare il rischio su un risparmio che deve essere diversificato per portare ai risultati richiesti dal cliente. In questo senso, i nuovi strumenti finanziari che contribuiscono alla costruzione di un portafoglio hanno trascinato anche quelli tradizionali».

Trasparenza e conformità

Se per 100 anni, quindi, è stata sufficiente la reputazione delle Poste per distribuire buoni e libretti, oggi anche gli investitori hanno modificato le loro aspettative: «Non è detto che gli strumenti più sofisticati siano i migliori. Dentro un portafoglio – spiega ancora Carlo Alberto Carnevale Maffé – non esistono prodotti buoni o cattivi, esistono prodotti che possono conservare la loro competitività grazie a un bilanciamento corretto rispetto al mercato e alle esigenze del cliente. Gli strumenti finanziari possono andare e venire, la loro forza è nel trasformarsi evolvendo nel tempo e mantenendo un’identità costante, come è stato fatto con i buoni e i libretti di risparmio. Celebrando la loro storia gloriosa – nota il docente della Bocconi – dobbiamo però affermare che non sono più gli unici prodotti su un mercato fortemente rivoluzionato da strumenti come stablecoin e crypto, e che il futuro continuerà a dipendere dalla credibilità dell’emittente e del distributore. Se – conclude l’economista – continueranno a compiere un lavoro trasparente, rispettoso degli interessi del risparmiatore e conforme alle norme, garantendo la protezione e la copertura dei cittadini, potranno senz’altro vivere per altri 100 anni». I circa 320 miliardi che gli italiani investono nel risparmio postale, conclude l’economista, hanno il pregio di rimanere sul territorio italiano e diventano una componente della spesa nazionale, all’interno della cornice europea.