Il portalettere che consegna in bicicletta? A Verona è ancora realtà
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Il portalettere che consegna in bicicletta? A Verona è ancora realtà

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Tra le strade del centro e i quartieri storici, resiste una tradizione che profuma di altri tempi: la consegna della posta in bici

Tutte le mattine Davide Petrilli esce dal centro di distribuzione di piazzale XXV Aprile. La sua bici è già pronta e carica di posta: lettere, raccomandate, bollette, cartoline e qualche pacco. Saluta i colleghi che prendono altre direzioni, sistema la tracolla e parte. Il suo territorio è il cuore di Verona, il centro storico: un labirinto di strade acciottolate, piazze vive, palazzi antichi e portoni che si aprono su mondi nascosti. Pedala lungo corso Porta Nuova, passa sotto i portici, attraversa piazza Bra con l’Arena che si alza maestosa, e poi si immerge nei vicoli, dove alle auto non è consentito passare. Il suo territorio comincia lì, tra le strade che si stringono, e palazzi con secoli di storia sulle spalle.

Il mezzo perfetto per muoversi tra i turisti

A Davide piace fare il postino in bici e racconta: “Qui la bici è tutto: scivola leggera tra i turisti, entra nei cortili, si infila tra archi e colonne. È il mezzo perfetto per un lavoro che richiede attenzione, ritmo, e occhi aperti. A volte può essere faticoso e occorre una certa abitudine, ma non la cambierei con nulla. La bici mi dà libertà e mi permette di arrivare ovunque, anche dove le macchine non possono, senza perdere tempo”. Davide conosce ogni portone, ogni numero civico, ogni scala. Dietro ogni ingresso c’è un mondo: un laboratorio artigiano, un ufficio legale, un appartamento dove una signora aspetta la posta ogni giorno alla stessa ora. Nel centro storico, ogni portone ha una storia. Molti si aprono su palazzi storici edifici del cinquecento e del seicento, con cortili interni in marmo, colonne antiche, affreschi sbiaditi. Davide fa il portalettere da oltre trent’anni, sa dove suonare, a chi consegnare, dove bisogna salire a piedi e dove c'è l’ascensore. Ogni consegna ha il suo ritmo. A volte serve una firma, a volte basta infilare la busta nella fessura.

Un lavoro mai uguale

Verona lo accompagna: il suono delle campane, i passi sui sampietrini, le voci che rimbalzano tra i muri antichi. Passa da via Mazzini tra i negozi eleganti, scivola in silenzio in via Sottoriva, dove il fiume Adige fa da sfondo. Negli anni Davide ha visto cambiare il volto del centro. Non solo residenti e lavoratori, ma turisti. Sempre. Non solo nei fine settimana o a Pasqua, ma tutti i giorni dell’anno, ormai sono parte della città quanto i residenti. Gruppi con guide, scolaresche, coppie in cerca della famosa Casa di Giulietta.  Davide ogni tanto si ferma ad aiutare un turista che si è perso: “Mi fermano per chiedere informazioni. Mi domandano dov’è Piazza delle Erbe, se l’Arena è quella rotonda che si vede da lontano, se conosco un buon posto dove mangiare. Fa parte del giro e in fondo è anche bello: ti fa sentire utile, non solo per le lettere” – racconta il postino. Nel primo pomeriggio, il carico inizia a svuotarsi. La bici è più leggera e lui ripassa mentalmente il suo giro di consegna. Poi rientra, dallo stesso percorso, sapendo che domani si ricomincia. Stessa ora, stessi giri, ma mai una giornata uguale all’altra. Conclude: “Il bello di fare il postino in centro è che non è mai uguale. Anche se il giro è lo stesso, cambia la luce, cambiano le persone, cambia l’atmosfera. A volte ti fermi un attimo e pensi: sto lavorando ma guarda dove sono”.