In Italia le aziende realmente competitive sono 5.198: generano l’8,9% dei ricavi complessivi della manifattura e il 14% del valore aggiunto. Sono i numeri che emergono dalla quarta edizione dell’Osservatorio “Controvento: le aziende che guidano il Paese”, curato da Nomisma in collaborazione con Crif e Cribis.
Le imprese controvento
L’Italia continua a presentare un sistema manifatturiero a due velocità con un gruppo di imprese che, pur rappresentando una minoranza, è in grado di trainare lo sviluppo e l’economia italiana Dall’analisi aggregata sui bilanci 2021 di un campione di 73.000 aziende italiane emerge come solo il 7,1% del totale delle imprese riesca a garantire parametri di competitività (nella precedente rilevazione erano il 6,5%) considerando la crescita dei ricavi, la marginalità industriale e creazione di valore aggiunto. Tuttavia, spiega lo studio, in un contesto di generalizzata ripresa si accorcia la distanza di performance tra il gruppo di imprese Controvento (quelle che innovano, che abbracciano le sfide competitive del paese e che sono in grado di andare avanti anche nei momenti di difficoltà) e il resto. Considerando i ricavi tra il 2016 e il 2021, quelli delle 5.198 imprese Controvento sono cresciuti del 74%, mentre il resto delle imprese è cresciuto del 23%; il 10% delle imprese più grandi genera il 68-69% dei ricavi complessivi.
La ripresa del manifatturiero
Ma anche le imprese Controvento subiscono una frenata sul fronte della crescita dimensionale: rispetto allo scorso anno i ricavi medi passano da 15 a 14,9 milioni di euro e gli occupati da 45,7 a 37,8. L’indagine evidenzia comunque un ritorno della concentrazione di competitività nelle regioni con una maggiore tradizione manifatturiera. Le 5 regioni in cui si concentra gran parte dell’industria italiana – vale a dire Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e Toscana) guadagnano terreno all’interno del gruppo raggruppando il 72,5% delle imprese e l’84,4% dei ricavi.