Bruxelles, 12 mar – Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha sottolineato oggi a Bruxelles, durante un dibattito con i suoi colleghi all’Ecofin, “la necessità della tassazione per l’economia digitale”, osservando che “è paradossale che i suoi principali attori si sottragga alla tassazione” e quindi “a contribuire ai costi sostenuti dagli Stati nazionali” per affrontare le conseguenze economiche e sociali della trasformazione in corso.

“Siamo – ha detto Tria – di fronte a un chiaro paradosso:
l’economia digitale è il centro dl processo di globalizzazione dell’economia. E in questa grande trasformazione del sistema produttivo dell’economia abbiamo un processo di polarizzazione sia a livello globale che all’interno dei paesi; c’è un impatto forte all’interno di ogni Stato sulla situazione economica, sulle disuguaglianze che si creano. In generale, vi è un un costo per gli Stati nazionali che devono accompagnare questa trasformazione delle economie e rafforzare le protezioni sociali”.

“E’ un paradosso – ha insistito il ministro – che l’economia digitale in questa situazione si sottragga a una tassazione: significa che coloro che sono i suoi principali attori, con molti benefici, di questo processo globale si sottraggano a contribuire ai costi che accompagnano tutte le trasformazioni delle economie, che sono sostenuti dagli stati nazionali”.

“E’ abbastanza chiaro, quindi – ha continuato Tria -, che il problema della tassazione dell’economia digitale è centrale nell’economia attuale e di tutti gli Stati. Dobbiamo essere d’accordo che è un problema globale, e che quindi andrebbe affrontato sul piano internazionale, se non è possibile andrebbe affrontato certamente a livello europeo. E sono d’accordo con Bruno (Lemaire, ministro delle Finanze francese) e Olaf (Scholz, il collega tedesco) che bisogna lavorare all’Ocse per andare a una conclusione in tempi rapidi”.

“In generale – ha concluso il ministro – dobbiamo anche dare un segnale nel senso di approvare intanto una proposta che, seppure molto ridotta rispetto a quello che alcuni di noi si aspettavano, e certamente non adeguata ad affrontare il problema che ho posto all’inizio, è in ogni caso un segno che l’Europa prende una decisione, anche se è solo un inizio”.

Una proposta presentata un anno fa della Commissione europea sulla tassazione a livello Ue dei servizi dell’economia digitale non ha ottenuto l’unanimità necessaria in Consiglio, nonostante l’appoggio di una forte maggioranza (contrari ufficialmente sono soprattutto l’Irlanda, l’Estonia e i paesi nordici).

Il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, ha espresso il suo “rammarico” per il fatto che non è stato possibile l’accordo, e ha detto che “la Commissione non abbandona la proposta e la lascia sul tavolo”, e che “ci sono le condizioni per rilanciare” la discussione, in particolare a partire dal summit del G20 di giugno e dai lavori in sede Ocse. Diversi Stati membri, comunque, hanno preso o stanno prendendo misure sulla tassazione dell’economia digitale a livello nazionale.