Roma, 5 lug – Nel 2017 prosegue la riduzione della spesa impegnata dai comuni a fronte di una sostanziale stabilità delle entrate accertate. La riduzione della spesa è spiegata per il 50,8% dalla flessione degli investimenti fissi lordi. Il capitolo di spesa più consistente nei comuni è l’acquisto di beni e servizi (38,3%), nelle province e città metropolitane i trasferimenti correnti (34,3%). La capacità di riscossione è pari al 72,7%, in diminuzione rispetto al 2016 (76,3%). E’ la fotografia scattata dall’Istat.

Le province e le città metropolitane dell’Emilia-Romagna presentano il grado più elevato di autonomia impositiva (69,5%), in crescita rispetto all’anno precedente (+0,6 punti percentuali). Nel 2017 le entrate accertate dai comuni, al netto dei servizi per conto terzi e partite di giro, sono diminuite dello 0,1% (81.701 milioni di euro nel 2017 contro 81.769 nel 2016); il 76,3% è rappresentato dalle entrate correnti (+1,4% rispetto al 2016), il 10,1% dalle entrate in conto capitale, l’1,1% dalle entrate da riduzione di attività finanziarie e il rimanente 12,5% dalle entrate derivanti da accensioni di prestiti e da anticipazioni da istituto tesoriere/cassiere.

Le riscossioni ammontano a 75.855 milioni (-0,3% rispetto al 2016); il 75,2% è rappresentato da entrate correnti (+0,7% rispetto al 2016) e il 47,5% da entrate correnti di natura tributaria, contributiva e perequativa. La capacità di riscossione è pari al 73,4%, in diminuzione rispetto al 2016 (73,6%). Il 63,1% degli accertamenti correnti è costituito da entrate di natura tributaria, contributiva e perequativa (651 euro per abitante e una capacità di riscossione del 74,0%), il 15,2% da trasferimenti correnti (157 euro per abitante), la parte restante è costituita da entrate extra-tributarie (223 euro per abitante).