Foto IPP/Di Mauro andrea panoramiche città di Osaka - Giappone nella foto : donne giapponesi con kimono

Roma, 10 lug – La popolazione che vive in Giappone è scesa, al primo gennaio di quest’anno, a 124.776.364, con un crollo di 433.239 unità rispetto al primo gennaio 2018. Lo ha riferito oggi il governo, segnando così il decimo anno di calo della popolazione consecutivo. In questa fase di trend negativo, quello di quest’anno è il calo più consistente.

La situazione giapponese non è dissimile da quella italiana. Anche in Italia infatti la popolazione residente continua a calare: al 31 dicembre 2018 è inferiore di oltre 124.000 unità rispetto all`anno precedente (-0,2%). Si tratta del quarto anno consecutivo di diminuzione: dal 2015 sono oltre 400 mila i residenti in meno, un ammontare superiore agli abitanti del settimo comune più popoloso d`Italia. Lo ha reso noto l’Istat nel “Bilancio demografico nazionale Anno 2018”.

Grazie all’immigrazione è invece cresciuta nel complesso la popolazione nell’Unione Europea. Stando ai dati Eurostat, il 1 gennaio 2019 la popolazione dell’Ue era stimata a quasi 513,5 milioni di persone, con un aumento di 1,1 milioni (2,1%) dai 512,4 milioni di un anno prima, dovuto esclusivamente all’aumento dell’immigrazione, perché il saldo tra nascite (5,0 milioni) e morti (5,3 milioni) è negativo per il secondo anno consecutivo.  Con 83,0 milioni di abitanti (il 16,2% del totale) è la Germania il Paese Ue più popoloso, seguita dalla Francia (67,0 milioni, 13,1%), Regno Unito (66,6 milioni, 13,0%), Italia (60,4 milioni, 11,8%), Spagna (46,9 milioni, 9,1%) e Polonia (38,0 milioni, or 7,4%). Quattordici Paesi Ue sono tra il 4% e l’l%, otto sotto l’uno per cento.

Nel corso del 2018, la popolazione è aumentata in diciotto Stati membri dell’UE e diminuita in dieci. Il più grande aumento della popolazione è stato osservato a Malta (+36,8 per 1 000 abitanti), davanti a Lussemburgo (+ 19,6 per mille), Irlanda (+ 15,2 per mille), Cipro (+ 13,4 per mille), Svezia (+ 10,8 per mille), Slovenia (+ 6,8 per mille), Belgio (+ 6,1 per mille), Spagna e Paesi Bassi (entrambi 5,9 per mille) e Regno Unito (+ 5,6 per mille).