Roma, 18 lug – Meno proventi, più erogazioni, ma una vicinanza ai territori che perdura grazie agli accantonamenti degli anni precedenti. E’ la dinamica che è emersa nel 2018 per le fondazioni italiane di origine bancaria secondo quanto riporta il ventiquattresimo Rapporto Annuale, che presenta i dati aggregati delle Fondazioni di origine bancaria riferiti ai dati di bilancio 2018, approvato martedì dal Consiglio di Acri.

Dal Ventiquattresimo Rapporto annuale emerge che a fine 2018 il patrimonio contabile delle Fondazioni di origine bancaria era pari a 39,6 miliardi di euro e rappresentava l’87% del passivo di bilancio. Per effetto dell’andamento negativo delle quotazioni di Borsa, la composizione dell’attivo, che alla medesima data ammontava a 45,7 miliardi di euro, è leggermente diminuito rispetto a quella rilevata nel 2017 (pari a 46,1 miliardi), essendo costituita per il 94,1% da attività finanziare e solo per il 4,9% da beni mobili e immobili. Nell’ambito delle attività finanziarie, invece, gli investimenti immobilizzati si sono accresciuti, passando dal 62,3% al 65,3% dell’attivo, cui è corrisposta una riduzione della quota degli strumenti non immobilizzati dal 28,3% del 2017 al 25,3%.

Sotto il profilo economico, lo scorso anno ha registrato una diminuzione dei proventi, che hanno raggiunto l’importo di 1,1 miliardi di euro con un calo del 48% rispetto all’importo di 2,1 miliardi rilevato l’esercizio precedente, conseguente all’andamento non favorevole dei mercati, soprattutto nell’ultimo semestre dell’anno. L’erraticità dei mercati, si è infatti riflessa sia sui risultati delle gestioni patrimoniali, calate di 201 milioni di euro, rispetto al 2017, sia sui margini derivanti dalla gestione diretta degli strumenti finanziari, che nell’anno hanno fatto registrare una riduzione di 477,1 milioni di euro, dovuta alle svalutazioni degli strumenti non immobilizzati per i quali le Fondazioni non hanno ritenuto di avvalersi della legge n. 119 del 2018 che consentiva di “sterilizzare” l’impatto sui bilanci dei cali di Borsa.

Complessivamente, nel 2018 le Fondazioni hanno fatto registrare una redditività lorda del patrimonio del 2,7%, in sensibile riduzione rispetto al 5,3% dell’anno precedente. La ridotta redditività ha avuto un effetto negativo sull’Avanzo di esercizio che è stato pari a 574,7 milioni di euro, sensibilmente inferiore a quello dell’anno precedente pari a 1,477 miliardi (-61,1%), con una conseguente riduzione della sua incidenza sul totale dei proventi risultata essere pari al 53,1%, rispetto al 70,7% del 2017.

Nonostante il calo dell’Avanzo di gestione – si legge ancora nel rapporto Acri – per effetto esclusivamente delle svalutazioni connesse al negativo andamento dei mercati, il carico fiscale è rimasto elevato anche lo scorso anno. Benché non abbia raggiunto il picco di 487 milioni di euro del 2017, le imposte e tasse corrisposte nel 2018 sono state pari a 240,8 milioni, che, sommate alle imposte che le Fondazioni scontano alla fonte, raggiungono un effettivo onere tributario pari a 323 milioni di euro. Le imposte e tasse “consumano” così più di un terzo (36%) dell’Avanzo di esercizio lordo e seguitano a costituire il “primo settore” di intervento delle Fondazioni, assorbendo un ammontare di risorse ben maggiore di quelle, pari a 255,9 milioni di euro, destinate all’Arte, Attività e Beni culturali.

Per quanto riguarda la distribuzione delle erogazioni per settore di intervento, nel 2018 è sempre il settore Arte, Attività e Beni culturali che assorbe la maggior parte delle risorse, peraltro in crescita rispetto al 2017, con 255,9 milioni di euro (pari al 25% delle somme erogate) e 7.378 interventi (corrispondenti al 36,6% del numero totale). Seguono, seppur a una certa distanza, il settore Ricerca e Sviluppo, che fa registrare erogazioni per 140,5 milioni di euro e 1.214 interventi (il 13,7% degli importi e il 6% del numero delle iniziative) e il settore Volontariato, Filantropia e Beneficenza, cui sono state destinate risorse pari a 129,8 milioni di euro, finanziando 2.201 iniziative (pari, rispettivamente, al 12,7% degli importi e al 10,9% del numero di interventi). Il settore Assistenza sociale, benché in calo rispetto al 2017, con 115,5 milioni di euro e 1.948 interventi (l’11,3% degli importi e il 9,7% degli interventi), costituisce il quarto settore di intervento. Completano i settori a maggiore vocazione di intervento l’Educazione, Istruzione e Formazione, al quinto posto della graduatoria, con 100,4 milioni di euro erogati (9,8%) e 3.427 interventi (17%), lo Sviluppo locale, in crescita rispetto all’anno precedente, con 83 milioni di euro e 1.696 interventi (l’8,1% degli importi e l’8,4% dei progetti) e, infine, il settore Salute pubblica che, ricevendo 46 milioni di euro (4,5%) per 818 interventi (4,1%), fa rilevare una lieve riduzione (-0,8%) rispetto al 2017. Gli altri settori raccolgono nel loro insieme appena il 3,3% delle erogazioni.