Roma, 8 ago – C’è anche un italiano tra i vincitori del Breakthrough Prize 2019 per la Fisica, considerato l’Oscar della scienza e prestigioso come il Nobel: Sergio Ferrara, assieme a Dan Freedman del Massachusetts Institute of Technology e Stanford University a e Peter van Nieuwenhuizen della Stony Brook University), si è aggiudicato l’ambitissimo riconoscimento (e un premio da un milione di dollari) per “l’invenzione della supergravità”.

“La supergravità risale al mio periodo parigino”, ha raccontato Ferrara, scienziato del CERN e INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare – Laboratori Nazionali di Frascati. “Nella capitale francese incontrai Daniel Freedman e cominciammo a trafficare con la relatività generale per coniugarla con la fisica delle particelle. Poi a noi si sarebbe unito Peter van Nieuwenhuizen, dell’Università Stony Brook di New York. L’anno successivo tutti e tre insieme firmammo l’articolo che avrebbe dato vita alla teoria della supergravità”.

Ferrara, oggi 74 anni, è di Roma – dove nel 1968 si è laureato alla Sapienza in Fisica – ma da tempo abita a Ginevra. Dal 1980 è nello staff permanente del Cern, eccellenza europea per lo studio delle particelle elementari. Il riconoscimento è per un’idea nata oltre 40 anni fa. “Noi fisici teorici ci siamo abituati – ha detto lo scienziato italiano – anche Francois Englert e Peter Higgs hanno ricevuto il Nobel sessant’anni dopo la teoria sull’omonimo bosone. Tra l’altro la nostra supergravità non è ancora stata verificata sperimentalmente”.

Quindi, ha affermato il fisico, “credo che sia un riconoscimento al fatto che questa teoria ha aperto la strada a tutta una serie di studi successivi. Senza la supergravità, per esempio, non ci sarebbe stata la teoria delle stringhe. Il comitato del Breakthrough, guidato dal grande fisico Edward Witten, ha voluto premiare uno studio del 1976 che per la prima volta metteva insieme la relatività generale e le altre interazioni fondamentali”.

Il riconoscimento proprio non era atteso. “Il 18 luglio sono tornato a casa dopo una cena al ristorante e ho trovato dei messaggi in segreteria. Quando ho richiamato mi hanno detto che avevo vinto. Ed è stata una vera sorpresa, perché il comitato che lo assegna è molto selettivo ed è raro che lo conferiscano a dei fisici teorici”.

Un premio importante, “anche per gli istituti che rappresentiamo, nel mio caso il Cern e l’Infn”. Quanto alle prove sperimentali della teoria della supergravità, “succederà quando il Large Hadron Collider del Cern dimostrerà l’esistenza di nuove particelle con proprietà particolari: superpartner delle particelle che già conosciamo. Ci vorrà tempo, ma io e la maggioranza della comunità scientifica siamo convinti che accadrà, per il semplice motivo che questa teoria non ha alternative altrettanto convincenti. Se ripensiamo ai sessant’anni che ci sono voluti per scoprire il bosone di Higgs, noi abbiamo ancora due decenni di tempo”.

Ferrara ha confessato di “vergognarsi quasi a dirlo”, ma il premio vale “circa un milione di euro a testa per noi tre vincitori. Tre volte il premio Nobel”. Non ha ancora deciso come usare la notevole cifra: “Non ci ho ancora pensato. Ma non ci sono restrizioni da parte di chi lo assegna, il premio è completamente personale: potrei comprarci una casa o lasciarli ai nipoti”.

I vincitori saranno premiati durante una cerimonia che si svolgerà il 3 novembre 2019 presso la NASA. (foto: Cern)

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