Roma, 9 set – Biologico e slow food. Un binomio sicuramente ad alto potenziale per la crescita e la salvaguardia del patrimonio agroalimentare tricolore oltre che della salute degli italiani. Nasce così l’accordo che ha visto protagonisti al Sana, il 31° Salone internazionale del biologico e del naturale in corso a Bologna, NaturaSì e Presidio Slow Food. Saranno la cipolla paglina di Castrofilippo e il pomodoro fiaschetto di Torre Guaceto, rispettivamente siciliano e pugliese, coltivati in maniera rigorosamente biologica. i primi due prodotti ad aprire la porta e gli scaffali dei negozi specializzati bio NaturaSì e Cuorebio alle tipicità tradizionali dei presidi di Slow Food. In totale saranno circa 200 le aziende agricole bio coinvolte.

Ma a nascere non è solo l’incontro tra produttori e un nuovo canale di distribuzione: l’accordo tra le due realtà della qualità italiana prevede che ad affiancare i produttori bio di Slow food aderenti al progetto siano anche gli agronomi di EcorNaturaSì. La sinergia tra le due realtà nasce quindi con l’obiettivo di garantire nelle aziende agricole aderenti l’adozione di tecniche agronomiche per portare un ancor maggiore livello di vitalità e fertilità nei suoli, oltre alla presenza di una forte biodiversità. Da questo incontro nasceranno quindi progressivamente corner dei prodotti della qualità italiana nei negozi specializzati nel biologico NaturaSì e Cuorebio di varie regioni d’Italia. Un’occasione per le aziende produttrici, spesso molto piccole e comunque attive su base locale, e nello stesso tempo un nuovo traguardo del cibo che rispetta la Terra.

La valenza dell’accordo è messa in risalto anche dall’allarme lanciato da Coldiretti sempre dal Sana di Bologna. Secondo l’associazione, infatti, “occorre dare al più presto seguito alla raccomandazione della Corte dei Conti europea che invita a rafforzare i controlli sui prodotti biologici importati che nel 2018 hanno raggiunto il quantitativo record di 3,3 miliardi di chili, 415 milioni dei quali arrivano dalla Cina che è il principale fornitore”. L’Italia è uno dei maggiori importatori di alimenti biologici da Paesi extracomunitari da dove nel 2018 ne sono arrivati ben 190 milioni di chili, per quasi 1/3 dall’Asia. Questo interesse sempre più in crescita, aumenta parallelamente anche il rischio frodi con le notizie di reato (che nel 2018 sono quintuplicate rispetto all’anno precedente) in molti casi inerenti a falsi prodotti biologici importati dall’estero.