Roma, 18 set – Un nuovo francobollo dedicato al giornalista Gianni Brera è stato emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico in occasione del centenario della nascita del celebre cronista lombardo (deceduto nel 1992 in un incidente stradale).
Appartenente alla serie tematica “lo Sport”, il francobollo è stampato dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato con tiratura  di 800 mila esemplari. Il bozzetto è stato curato da Fabio Abbati.

La vignetta raffigura un ritratto di Brera con la sua macchina da scrivere; sullo sfondo sono ripetute a tappeto una serie di righe orizzontali tra cui si incastonano le icone rappresentative del ciclismo, del calcio e dell’atletica leggera, sport di cui il giornalista era particolarmente appassionato.

“Al Gioan – ricorda il figlio Franco Brera – si permetteva tutto perché chi lo conosceva sapeva bene che qualsiasi durezza da parte sua veniva dalla benevolenza e dalla pietà (un tipo di pietas verso il genere umano, non verso gli dei). Per questo a volte sembrava persino non rendersi conto della ruvidezza delle sue parole. Paradossalmente, proprio perché viveva di parole, sapeva che possono esprimere fino a un certo punto e che sono l’apparenza del vero Vero. Era come se dicesse al tempo stesso: io sono un maestro delle parole, ma non devi offenderti per le mie parole”.

“Viverci insieme era molto difficile – scrive il figlio – come è difficile vivere con le persone di successo. Ha delegato la nostra educazione quando eravamo piccoli. El gh’era no, e basta. Da giovane diceva che ci sono due tipi di padri: quelli che stanno con i figli e non lavorano per il loro benessere e quelli che lavorano e non stanno con loro”.

“Era un socialista libertario – aggiunge Franco Brera – pubblicamente laico, ateo e persino irriverente. Quando arrivava tutti si preparavano a sentirne delle belle e a sorridere. Era un grande uomo di spettacolo. Era laureato e colto, ha letto un libro per notte per decine d’anni, ricordava la data del matrimonio di Teodolinda ma voleva occuparsi di sport per conto di chi incontrava al bar. E ha insegnato che non c’è solo chi vuole educare il popolo per sfruttarlo e chi lo vuole sfruttare per educarlo”.