Roma, 7 ott – Tutti in Portogallo, o comunque tanti: secondo i dati Aire (Anagrafe residenti italiani all’estero) sono quasi 7mila gli italiani che risiedono nel Paese sull’Atlantico, al voto domenica 6 ottobre per le legislative. Tra i successi delle politiche del governo uscente del premier Costa, sostenuto dall’esterno da una coalizione di sinistra, c’è quello di essere riuscito ad invertire la direzione del flusso migratorio.

Se tra il 2011 e il 2017, 290mila persone avevano lasciato il Paese, nel 2018 in 35.000 sono partiti dal Portogallo, però altre 45.000 persone si sono mosse in senso contrario e si sono stabilite a Lisbona e dintorni. Tra questi, rileva un reportage di Repubblica, che alla vigilia delle legislative ha intervistato alcuni nuovi ‘italiani di Portogallo’ ci sono tantissimi nostri connazionali.

Il Portogallo attira soprattutto gli over 65: il regime fiscale per dieci anni non prevede tassazione sulle pensioni per chi prende la residenza. Così si calcola che più di 60mila pensionati da tutto il mondo abbiano scelto Lisbona o le località di mare. Per la capitale gli ultrasessantenni sono una risorsa non da poco, dato che portano 2 miliardi di euro l’anno, malgrado il costo della vita ancora relativamente a buon mercato.

Per capire quanto il Portogallo sia stato in grado di proporsi come meta ideale per molti connazionali – non solo pensionati, ma tanti giovani in cerca di un lavoro in un Paese dove si vive bene e dove portare magari la famiglia – basti pensare che nel 2010 gli italiani residenti erano solo 2.533, a fronte dei quasi 7.000oggi.

Oltre alla cittadinanza per chi investe almeno 350.000 euro in acquisti immobiliari, il Portogallo (il cosiddetto Golden Visa, ottenuto da 7.500 persone) il governo ha reso esentasse per 10 anni i pensionati stranieri. E per i portoghesi che vogliono tornare dall’estero ha varato il piano Regressar, con incentivi da 6.500 euro.