Roma, 16 ott – Dall’ultimo Indice sull’uguaglianza di genere, dell’Istituto europeo Eige, emerge che il punteggio dell’Unione è salito a 67,4: appena un punto in più rispetto all’edizione del 2017. La Svezia continua a guidare la graduatoria dell’Ue con 83,6 punti, seguita dalla Danimarca a 77,5 punti. Grecia e Ungheria, entrambe con un punteggio inferiore a 52, hanno il maggior ritardo da colmare, mentre il Paese che ha registrato il miglioramento più evidente è il Portogallo, con un aumento di 3,9 punti, seguito a ruota dall`Estonia con 3,1 punti. L’Italia ha registrato una media di 63 punti, tra i 7 indicatori utilizzati (salute, lavoro, denaro, potere, violenza, tempo, conoscenze).
“Stiamo procedendo nella giusta direzione, ma siamo ancora lontani dal traguardo. Il nostro Indice, che fissa un parametro di riferimento per la parità di genere nell’Ue, mostra che quasi la metà di tutti gli Stati membri si posiziona al di sotto della soglia di 60 punti. Nel formulare e rinnovare le priorità dell’Ue per il prossimo quadro strategico, è essenziale che il nuovo Parlamento europeo e la nuova Commissione europea imprimano un’accelerazione alla parità di genere”, ha dichiarato Virginija Langbakk, direttrice dell`Istituto europeo per l’uguaglianza di genere.
Il campo con il punteggio più basso è il “potere”, che prende in considerazione la parità nei processi decisionali. Eppure, è il settore che registra i maggiori progressi grazie, principalmente, alla maggiore presenza delle donne nei consigli di amministrazione delle società, anche se in pochi Stati membri. La Francia è l’unica ad avere almeno il 40% di ciascun genere nei consigli di amministrazione delle società quotate in Borsa. “La disuguaglianza di genere frena l’Europa e non le consente di esprimere le sue piene potenzialità. Sono orgogliosa di ciò che abbiamo conseguito, ma ora le nostre iniziative devono fare la differenza sul campo. La direttiva sull’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, adottata quest’anno, costituirà un fattore di svolta per le donne e gli uomini in tutta Europa. Le norme promuoveranno una più equa condivisione delle responsabilità assistenziali, che consentirà alle donne di rimanere sul mercato del lavoro e di assumere ruoli o posizioni dirigenziali”, ha dichiarato Vera Jourov, commissaria europea per la Giustizia, i consumatori e la parità di genere. L’equilibrio tra lavoro e vita privata e il suo nesso con la parità rappresentano una priorità specifica dell’Indice di quest’anno. Il congedo parentale è una delle importanti misure politiche volte a sostenere i genitori che devono conciliare le responsabilità assistenziali con il lavoro, ma non è accessibile a tutti. Nell’Unione europea, il 28% delle donne e il 20 % degli uomini non hanno diritto al congedo parentale.
L’accesso a servizi di assistenza all’infanzia economici e di qualità è importante per l’equilibrio tra attività professionale e vita familiare, ma non sono solo i bambini che hanno bisogno di assistenza. L’aumento dei tassi di invecchiamento e di invalidità nell’Ue fa salire la domanda di servizi di assistenza a lungo termine per gli anziani e le persone con disabilità. Le donne in età di prepensionamento si accollano la maggior parte delle responsabilità dell’assistenza informale a lungo termine nell’Unione. La differenza è pronunciata nella fascia di età tra i 50 e i 64 anni: il 21% delle donne e l`11% degli uomini si occupano degli anziani e/o delle persone con disabilità almeno diversi giorni alla settimana. Nell’ambito dell’analisi dell’equilibrio tra vita professionale e vita privata, l’Indice ha inoltre esaminato se donne e uomini hanno le stesse possibilità di lavorare in modo flessibile, di partecipare a corsi di formazione, di utilizzare i trasporti e fare i pendolari. Un pilastro importante dell’equilibrio tra attività professionale e vita familiare è la flessibilità delle modalità di lavoro. La graduatoria dell’Eige su questo aspetto presenta le diverse opzioni di cui dispongono gli europei per conciliare lavoro e vita personale e mostra se tali opzioni sono a disposizione di donne e uomini in egual misura, proponendo nuove idee per il monitoraggio del pilastro europeo dei diritti sociali e della sua iniziativa per l’equilibrio tra vita professionale e vita privata.