Roma, 25 ott – La grande minaccia globale alla sicurezza è sempre più cyber. Anche per l’Alleanza atlantica, di cui l’Italia fa parte. “Alla Nato serve una grande difesa dai cyber attacchi”. Ha detto Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, in una intervista al quotidiano La Stampa. “La difesa cyber serve a proteggere i nostri network, per crearla servono esercitazioni comuni e la Nato ha a Tallinn,in Estonia, un centro di eccellenza dove abbiamo svolto la maggiore esercitazione cyber di sempre. Gli alleati devono apprendere gli uni dagli altri come meglio difendersi”. Al summit di Londra si parlerà di questo, aggiunge Stoltenberg “perché ha a che vedere con la modernizzazione della Nato. È il maggior salto dalla fine della Guerra Fredda, con nuove forze e nuove strutture di comando per difendere anche le infrastrutture civili perché le minacce sono ibride. Servono più intelligence, più cyber difesa, più risorse e strutture civili più resilienti. Penso ad esempio al 5G. Confidiamo nel raggiungimento di un accordo in materia nella riunione dei ministri della Difesa Nato”.

“La Nato – dice ancora Stoltenberg – serve ad aiutarci l’un l’altro. In molte aree è l’Italia a guidarci: dalle missioni all’estero, dal Kosovo all`Afghanistan, alla  polizia  aerea,  in Islanda  con  gli  F-35. L’Italia partecipa alle esercitazioni cyber e investe nel cyber. Dobbiamo aiutarci”. La Nato può mantenere la leadership nello  sviluppo hi-tech davanti alla sfida della Cina “unendosi per agire e investire assieme. La Nato ha sempre avuto la leadership nell’hi-tech e ci ha aiutato nella sicurezza: dobbiamo mantenerla anche davanti alla sfida delle tecnologie più dirompenti come Intelligenza artificiale,  sistemi  atomici,  biotech, cyber offensivo. Tutto ciò cambierà il sistema di difesa come fece la rivoluzione industriale. Per questo dobbiamo affrontare la sfida anche impiegando la tecnica dei negoziati sul disarmo. E poi ci sono gli investimenti: spendere di più significa sviluppare nuove tecnologie, in maniera coordinata per essere più sicuri ed evitare di erigere barriere che potrebbero dividerci”.

La tecnologia cinese del 5G “è una sfida” conclude il segretario generale della Nato. “La Cina ha il secondo budget militare del mondo, investono in tecnologie avanzate e nuovi missili di precisione – strategici e a medio raggio – dunque Pechino deve entrare nell’architettura del  disarmo internazionale. La Cina non viola gli accordi sul  disarmo esistenti perché non ne fa parte, tranne il Trattato contro la proliferazione”.

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